Giuseppe Tartini nel '700 di Mozart + L'Arte dell'Arco

Musica

Presentazione del prof. Pierluigi Petrobelli su "Giuseppe Tartini nel '700 di Mozart"

Accademia dell'ensemble "L'Arte dell'Arco" su strumenti originali

Giuseppe Tartini, Pirano 1692, Padova 1770. Quarto figlio di Giovanni Antonio "scrivano dei sali" della Repubblica di Venezia e di una nobildonna istriana, Tartini si rifiuta di seguire la carriera ecclesiastica e si trasferisce per studiare giurisprudenza all'Università di Padova: ma presto abbandona gli studi e si dedica al violino. Nel 1714 suona nel Teatro d'Opera di Ancona. Nello stesso anno, Tartini scopre "il terzo suono", scoperta che condizionerà tutta la vita intellettuale e musicale del Maestro. Nel 1721 è nominato "pri11W violino e capo di concerto" nell'orchestra della basilica di S. Antonio a Padova, carica che con presenze alterne conserverà si- no alla morte, Tartini viaggia e diviene rapidamente famoso in tutta Europa per la sua abilità di virtuoso del violino. Nel 1728 fonda a Padova la "Scuola delle Nazioni" una importante scuola di violino alla quale affluiscono violinisti da tutta Europa e pubblica il "Traitè des agrèments", lezioni pratiche di violino. Tartini è anche un teorico della musica e scrive il "Trattato di musica secondo la vera scienza dell'armonia", "De' principi dell'armonia musicale contenuta nel diatonico genere" e "Scienza platonica fondata nel cerchio".
Compone più di 130 concerti e 170 sonate per violino oltre a composizioni per altri strumenti e parti vocali per musica sacra. Solo una parte delle sue partiture è pubblicata mentre Tartini è ancora in vita: la maggior parte della musica che si conosce oggi è opera di studi e ricerche del novecento.
Giuseppe Tartini compone questi Concerti per violino, archi e continuo spesso accompagnando le sue composizioni con frasi prevalentemente attinte dal Metastasio, poeta aureo alla Corte dell' Imperatore a Vienna.
Woifgang Amadeus Mozart compone il "Quintetto del Sgr. Cavaliere Amadeo Wolfgango Mozart à Salisbg." KV 174 nel dicembre 1773 all'età di 17 anni.

Giuseppe TARTINI
(1692 -1770)

Concerto in Mi minore D.56 per violino, archi e continuo
Allegro 'Torna, ritorna, e dolce mia speranza'
Adagio 'Se mai saprai'
Allegro 'Il di senza splendor'

Concerto in Fa maggiore D.67 per violino, archi e continuo
Allegro assai
Andante cantabile 'Misterio anima mea'
Allegro

Concerto in Si minore D.125 per violino, archi e continuo
Allegro assai
Larghetto 'Lascia ch'io dica addio'
Allegro

Concerto in La maggiore D.96 per violino, archi e continuo Allegro
Adagio
Allegro
Largo -Andante
'A rivi, a fonti, a fiumi - correte amare lagrine -
sin tanto che consumi - l'acerbo mio dolor'

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Wolfgang Amadeus MOZART
(1756 -1791)

Quintetto in Si bemolle maggiore KV 174
Allegro moderato
Adagio
Menuetto ma allegretto
Allegro

Giovanni Guglielmo, primo violino e concertatore, già membro di prestigiosi complessi quali I Virtuosi di Roma e Il Sestetto Chigiano. È stato primo violino solista dell' Orchestra Sinfonica di Santa Cecilia di Roma e primo violino dell'Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia. Come primo violino solista dell' Ensemble di Venezia ha eseguito più di 250 opere di A. Vivaldi. Come solista ha suonato sotto la guida dei maggiori direttori in campo internazionale (Sinopoli, Gracis, Pesko, Constant, Gelmetti, Tchakatov). È attivamente impegnato in campo editoriale e discografico nell'ambito della musica rara e del repertorio settecentesco. Il suo repertorio è vastissimo e sparla su tutto l'arco della produzione violinistica da Corelli e Tartini a Maderna e ad altri contemporanei. Attualmente suona con I Solisti Filarmonici Italiani e con essi incide per la Denon Nippon Columbia. Ha, inoltre, costituito l'ensemble L'Arte dell'Arco per l'esecuzione di musiche antiche su strumenti originali. Suona un Francesco Gobetti del 1721.

Il complesso L'Arte dell'Arco è stato fondato da Giovanni Guglielmo con Federico Guglielmo, testimoni diretti della prima grande tradizione dell'interpretazione "veneta". Il complesso deriva la sua denominazione da una raccolta di variazioni virtuosistiche scritte da Tartini su una celebre gavotta di Arcangelo Corelli e si propone con una sua particolare identità nel frastagliato ambito dell'interpretazione barocca, dedicandosi allo studio e alla riproposta di brani esclusi dal repertorio tradizionale. L'Arte dell'Arco sta per completare per la Dynamic la pubblicazione dell'intero corpus dei concerti di Giuseppe Tartini in molta parte inediti. Per l'esecuzione è stata scelta l'accordatura secondo il sistema di F.A.Vallotti (1697-1780) in quanto idonea sia storicamente che nel rapporto sonoro con gli archi. Il diapason è stato fissato a 440 Hz come in uso nel veneto all'epoca di Tartini.

Pierluigi Petrobelli, nato a Padova, si laurea in Lettere all'Università "La Sapienza" di Roma con una tesi su Giuseppe Tartini. Nel 1959-1961 studia alla Princeton University, nel 1964-1969 bibliotecario archivista dell'Istituto di Studi Verdiani di Parma, 1968-1973 assistente e poi incaricato di Storia della Musica all'Università di Parma, 1968-1971 Direttore della Rivista Italiana di Musicologia, 1973-1980 Lecturer in Music e, dal 1978, Reader in Musicology al King's College, University of London, 1980-1983 ordinario di Storia della Musica all'Università di Perugia, dal 1980 Direttore dell'Istituto Nazionale di Studi Verdiani a Parma, dal 1983 ordinario di Storia della Musica all'Università "La Sapienza" di Roma. Tra gli altri, ha pubblicato libri su "Giuseppe Tartini: le fonti biografiche" e "Tartini: le sue idee e il suo tempo" ed ha curato l'edizione critica dell'opera "Il Re pastore" di Mozart per la Neue Mozart Ausgabe.


organizzazione: Fondazione Wolfgang Amadeus Mozart - Pizzini von Hochenbrunn