Grid. Tempo uomini e computer. Fragili relazioni

Mostra

Video installazione
La Mostra intende esplorare, attraverso un linguaggio artistico, il rapporto tra l'uomo e la macchina.
GRID è la rete dei supercomputer con enorme potenza di calcolo che travalicano le tradizionali reti. La mostra, avveniristica nell'allestimento, propone un viaggio all'interno dei nodi di questa rete attraverso suggestioni ideate dall'artista Roberto Conz

Spesso l'operare quotidiano, che esige rigore e concentrazione specifica sull'oggetto del nostro agire, finisce per farci perdere i contorni complessivi di quella realtà che proprio la nostra azione contribuisce a costruire.
L'impressionante accelerazione assunta dal progresso scientifico-tecnologico -e dunque dalla Storia -in questi ultimi decenni è riconducibile largamente alla capacità di calcolo che l'uomo ha sviluppato: a quella intelligenza artificiale che oggi chiamiamo anche Computer Science.
Il nostro quotidiano ne è a tal punto pervaso da essere ad un passo dal compimento: la tecnologia del computer sta per produrre quel salto di qualità tale da consentirle finalmente di essere non invasiva e farci accorgere della sua presenza solo quando non funziona; così come accade per la luce elettrica, che diamo per scontata nel suo funzionamento sino a quando, premendo l'interruttore, non si accende la lampadina...
L'utilizzo del computer, che verrà esponenzialmente potenziato da quella ridistribuzione della capacità di calcolo che prefigurano i nodi GRID, porterà ulteriori, formidabili aiuti all'uomo, per dominare scenari personali e globali sempre più complessi e incalzanti.
Esiste però una fragilità, che comincia a farsi evidente, tra la potenza del calcolare umano e la sua capacità -fisica, strutturale e sentimentale -di sopportare questo processo alla fine del quale già si individua un uomo nuovo di cui però non afferriamo ancora i contorni.
Ecco dunque perché questa iniziativa rivolta ad indagare le fragili relazioni tra vertigini di possibilità e incapacità di abitarle totalmente.
Giacché l'uomo, è, ancora, un animale finito. Quale senso del tempo nasce dalla consapevolezza di questa fragilità? Quali domande inedite e ultime si affollano dunque oggi intorno alla realtà di una tecnoscienza che sembra a tratti, ingannevolmente, possedere la
qualità alchemica che fu di re Mida di trasformare in possibilità e ricchezza ciò che ci circonda?
A questi interrogativi, oggi, nessuno è in grado di rispondere. Ecco perché abbiamo scelto, per esplorare il rapporto tra l'uomo e la macchina, proprio il linguaggio artistico, l'unico in grado di far intravedere un senso al di là delle spiegazioni.
L'Istituto non è nuovo a percorrere questa strada: già in altre occasioni ha voluto esplicitare, sotto il segno dell'arte, la complessità dei ragionamenti e delle situazioni che il progredire della ricerca e delle sue applicazioni oggi pone all'uomo contemporaneo, nella convinzione profonda che il racconto della verità debba anche contenere la cifra del bello.
Il Presidente dell'Istituto Trentino di Cultura Andrea Zanotti

Roberto Conz
Nato a Mogadiscio, Somalia, nel 1955, studia al D.A.M.S. di Bologna dove frequenta il Corso di Fotografia di Italo Zannier e al Conservatorio di Milano, specializzandosi nell'interpretazione della musica barocca per liuto. Riprende poi la ricerca fotografica frequentando lo studio bolognese di Nino Migliori.
Il suo primo lavoro Treni è tra i vincitori del "Concorso per un'idea" indetto dal Museo Ken Damy di Brescia e viene pubblicato nel calendario monografico delle Ferrovie dello Stato (1997).
Con Ipotesi di un identikit vince il Premio Nazionale per la Fotografia di Ricerca 1997-'98 dell'A.F.I.P. (Associazione Fotografi Italiani Professionisti).
Collabora con il regista Antonio Latella realizzando la lettura fotografica di Otello e Romeo e Giulietta di W. Shakespeare.
Lavora con gli artisti Fluxus Philip Corner e Erik Andersen. Con l'artista austriaco Robert Gschwantner realizza Erica Project sulla catastrofe ecologia in Bretagna (2000).
Fa parte del "Gruppo Italiano di Fotografia Sperimentale" diretto da Nino Migliori. È invitato nel 2001 ad esporre al Museo d'Arte Moderna di Bratislava nella mostra "La ricerca fotografica in Italia" e alla fiera internazionale d'arte Art Miami, Miami Beach.
Nello stesso anno partecipa a IamletoN, film sperimentale girato a Roma sull'Amleto di Shakespeare. Dal lavoro pubblica il libro TRA.
Nel 2002 è invitato in Cile a collaborare con il drammaturgo e regista cileno Alberto Kurapel con cui realizza la piéce di teatro-performance Inasperanzas (presentata alla Biennale di Venezia 2003) e il libro Mframe, sull'incontro con la popolazione Mapuche.
Con Una cocciuta speranza vince nel 2003 il concorso indetto dalla Galleria Civica di Trento e dal MART (Museo d'Arte Contemporanea di Trento e Rovereto) per un progetto "site specific" da installare nella città di Trento.
Nel 2006 a Volterra cura il gruppo di lavoro interdisciplinare "Kill the Butterfly" su etica e complessità.


organizzazione: Istituto Trentino di Cultura - con la collaborazione del Comune di Riva del Garda, di Riva del Garda Fierecongressi e della Biblioteca Civica