I Giochi del Teatro

I Giochi del Teatro
7ª Edizione IL SORRISO DEL POTERE
Arco 4-16 aprile 2002

Giochi, potere, teatro
Un percorso di parole e silenzi, di memoria e oblìo, di scena e retroscena, di trame occulte e amene verità; i giochi del potere a confronto con il potere del teatro.
Dal mistero di Ustica al Caso Moro, dalle perfide trame di Riccardo III agli aneddoti del mondo khassidico, dalla Varsavia occupata dai nazisti ad un carcere di massima sicurezza, per I Giochi del Teatro il potere è un universo da indagare nella sua teatralità.
Vanno in scena vicende drammatiche della storia italiana, ma quel copione scritto per i protagonisti del tempo è sottoposto all'incalzante e libera rilettura del teatro di narrazione. E la necessità del racconto, che accomuna Baliani, Paolini, Ovadia, lo trasforma in un nuovo testo, dove le domande scalzano i silenzi del potere, dove nei buchi neri delle verità celate, ingordi di risucchiare anche il presente, si proietta un fascio di curiosità, uno squarcio di insoddisfazione. Alla sottile seduzione del potere, al concerto delle parole orchestrate per la persuasione, teatro e cinema rispondono con la crudezza del ricordo, nel cupo resoconto della morte di Peppino Impastato o nella ricostruzione di Marco Risi della tragedia di Ustica. Note stonate che graffiano il muro di gomma.
I Giochi del Teatro sanno sorridere di teatrini e burattinai della realtà, grazie alla messa in scena teatrale che è finzione dei mezzi ma verità dei fini; e il gioco si fa beffardo scambio di ruoli nel dramma shakespeariano rivisto da Bruno Stori e Gyula Molnar, o autoironica parodia della vanità nell'opera di Lubitsch del 1942.
Al sorriso del potere, maschera imperturbabile esibita dai registi di quell'ingranaggio quasi perfetto fatto di comparse e retroscena, replica il potere del sorriso, che ad esempio nella chiave semiseria di Moni Ovadia ci racconta la profondità e la levità degli ebrei orientali di tradizione khassidica.