I Monti Pallidi
Le leggende delle Dolomiti sono un materiale particolarmente suggestivo, denso di storie, personaggi ed immagini. Sono lo specchio di una tradizione tramandata di generazione in generazione e portano con sé la ricchezza di un immaginario sedimentato nel tempo. In un bricolage di elementi fantastici e reali rappresentano i desideri e le paure di chi le ha raccontate e utilizzano i simboli che provengono dalla straordinaria commistione di culture che caratterizza la terra ladina: da quella contadina e montana a quella medioevale cavalleresca, da quella nordica a quella slava e orientale, derivanti dal collegamento con Venezia e Gorizia (www.ladinia.it).
La leggenda I monti pallidi racconta la vicenda di un principe delle Dolomiti che, pur vivendo in un regno felice, soffre terribilmente a causa di unattrazione irresistibile per la luna. Arriva il giorno in cui riesce finalmente a raggiungerla e là sinnamora della principessa. Purtroppo il satellite è tanto bianco e la sua luce così intensa che un abitante della terra non può viverci senza diventare cieco. Il principe è costretto a tornare in patria. La principessa della luna decide di seguirlo, ma dopo un periodo di vita felice viene colta da una profonda nostalgia e, per non morire, deve far ritorno a casa. I due sono nuovamente costretti a vivere separati. La soluzione viene proposta al principe dal re dei salvans (popolazione che vive nei boschi e nelle grotte): se al suo popolo sarà permesso di stabilirsi nelle Dolomiti, i salvans useranno le loro arti magiche per rendere la terra abitabile alla principessa. Il principe accetta e i salvans intrecciano i raggi di luna per formare unimmensa tela lucente con cui ricoprire le montagne che così, di notte, risplenderanno di luce bianca come quella lunare. Grazie a questo stratagemma la principessa potrà ricongiungersi con il suo amato. Ed è per questo che le Dolomiti vengono chiamate anche i monti pallidi.
Per la nostra opera teatrale sarebbe stato sterile cercare di dare una rappresentazione fedele, filologica della leggenda: questo tipo di racconti vive della propria semplicità, del non detto, della forza evocativa data dallo spazio lasciato tra le parole. Nel cercare di dare loro un corpo preciso il rischio maggiore è quindi quello di banalizzarli e appiattirli. Così, per trovare un equilibrio tra il rispetto della tradizione e il desiderio di innovazione, abbiamo concepito la leggenda come un materiale da mettere in scena attraverso uninterpretazione risolutamente personale: raccontare le storie antiche per parlare di noi stessi, parlare al presente e scoprire quanto esse abbiano ancora da dirci. La nostra versione de I monti pallidi parla soprattutto di identità e differenza; dello scontro tra il senso di appartenenza al proprio luogo dorigine e il desiderio dellaltrove; del contatto con lalterità e di quanto possa essere difficile e complesso lincontro tra mondi e culture diverse. La forma oscilla tra il rispetto del carattere favolistico del racconto originario e uno stile di recitazione contemporaneo e quotidiano. Si rivolge ad un pubblico di adulti e ragazzi.
Lo spettacolo si inserisce in un progetto di più ampio respiro, che ha previsto lincontro e la collaborazione di professionisti dello spettacolo provenienti da diverse parti dItalia e artisti delle Valli Ladine; grazie allospitalità degli enti locali, per più di un mese le prove si sono svolte direttamente sul territorio, a stretto contatto con la natura e la cultura del luogo. Per rispecchiare la realtà di cui parla, lo spettacolo è stato realizzato in italiano e ladino, con una ricerca di soluzioni teatrali - favorite dalle musiche originali eseguite dal vivo - volte a superare le difficoltà derivanti dalla presenza di due lingue. Un incontro tra realtà, culture e discipline artistiche diverse, che si fa paradigma della nostra leggenda.
Il progetto è stato realizzato in collaborazione con:
Associazione turistica San Vigilio, Comune di Marebbe, Istituto Ladino Micurà de Rü, Museo Ladino Ćiastel de Tor
E con il sostegno di:
Provincia di Bolzano, Comune di Badia, Comune di Corvara, Comune di San Martino in Badia, Comune di La Valle in Badia, Associazione turistica Altabadia, APT Val di Fassa, Istituto Ladino Fassano, Comune di Selva di Gardena, Comune di Ortisei, Associazione Turistica Val Gardena, Associazione turistica Valdaora, Associazione Culturale Il Telaio, Comitato cittadino di Brunico, Skiarea Miara S.r.l.