I cacciatori del mesolitico sulle alpi ledrensi 9000 anni fa

Convegno

La ricerca archeologica nel territorio ledrense: nuove linee di sviluppo
Lo scavo di Pozza Lavino sul Monte Tremalzo: il più antico insediamento stagionale nel Trentino sud - occidentale.

La popolazione è invitata ad un incontro con Luca Scoz e Alessandro Fedrigotti, archeologi del Museo delle Palafitte del Lago di Ledro.

- La ricerca archeologica nel territorio ledrense: nuove linee di sviluppo;
- Lo scavo di Pozza Lavino sul Monte Tremalzo: il più antico insediamento stagionale nel Trentino sud-occidentale;

Nell’anno 2011 il Museo delle Palafitte di Ledro, sede territoriale del Museo delle Scienze di Trento, ha promosso una campagna di ricognizioni e ricerche sul territorio della valle di Ledro. Tale iniziativa, concretizzata nel progetto “Indagine su tracce di territorio. La storia del popolamento in valle di Ledro”, ha ricevuto il finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e si è svolto in collaborazione con il Laboratorio “B. Bagolini” dell’Università degli Studi di Trento. Il progetto, tutt’ora in corso, mira a indagare il territorio della valle tramite ricognizioni sistematiche, telerilevamento, analisi dei toponimi e analisi della documentazione storica. Ad oggi le ricerche hanno individuato diversi nuovi siti che testimoniano la frequentazione dell’uomo nei diversi ambienti della valle e che alimentano spunti di riflessione anche con il territorio giudicariese.

Il sito di Pozza Lavino, il cui scavo verrà presentato durante la serata, apre nuovi fronti di ricerca per quanto riguarda la presenza dell'uomo preistorico nelle alte quote del Trentino. Questa ricerca, finanziata da Sartori Ambiente e diretta dal dott. Giampaolo Dalmeri, rappresenta un punto di partenza per gli studi sul primo popolamento dell'area sud-occidentale della provincia, contesto ad oggi povero di testimonianze di questo tipo (Lago di Campo, Laghetto di Roncone). La frequentazione relativa al Mesolitico Antico (9000 anni fa) si unisce a quella più particolare del Neolitico Medio: la quota di rinvenimento (1700 m) è una novità per il contesto trentino e sarà oggetto di accurate verifiche nella prossima campagna di ricerca che punterà ad aprire un arale molto più vasto allo scopo di individuare eventuali strutture e di raccogliere nel modo più accurato possibile reperti in grado di chiarire le varie fasi di frequentazione del sito.


organizzazione: Centro Studi Judicaria