I giochi di Einstein

Mostra

La Teoria della Relatività di Einstein vi ha sempre spaventato? Il Teorema di Pitagora l’avete solo ben imparato a memoria? Galileo, Newton, Faraday e Maxwell hanno popolato i vostri incubi da interrogazione di fisica o di scienze?
Nessun problema: è finalmente giunta l’ora del vostro riscatto!
A Trento una scintillante mostra interattiva vi offrirà l’occasione – assolutamente unica e perciò imperdibile – di toccare con mano esperimenti e avvicinarvi a teorie che vi hanno fatto sentire piccoli-piccoli e a volte zucconi, con il vantaggio di scoprirli senza dovervi stressare anzi divertendovi moltissimo. Che volere di più?
Ad accompagnarvi in questo cammino di liberazione scientifica sarà nientemeno che Albert Einstein, il magico capoccione che ha aggiunto sorriso e ironia alla capacità di svelare le grandi intuizioni che hanno cambiato la storia del mondo e del sapere scientifico.

“I GIOCHI DI EINSTEIN” è la nuova mostra interattiva del Museo Tridentino di Scienze Naturali che, dal 12 marzo 2005, mette la fisica nelle vostre mani. Oltre 50 installazioni e oggetti per visitare la natura e il senso delle scoperte del più noto scienziato del XX secolo.
Strano ma vero: la relatività di Galilei potete sperimentarla a bordo di un trenino, Pitagora lo risolvete al volo con il gioco del domino, l’atomo di Rutherford si afferra con la mazza da golf e una stecca da biliardo è ciò che vi serve per giocare con la riflessione della luce.
Incredibili illusioni ottiche vi fanno passare attraverso un muro, potete imbattervi in miraggi, ombre cinesi, sorprendenti campi magnetici, scoprire i misteri della luce e della materia e vedere il mondo a quattro dimensioni da un tram che viaggia alla velocità della luce.
Potete inoltre rivivere, con nuove e originali forme, alcuni esperimenti fondamentali della fisica, come quelli di Young, Oersted e Faraday.
La mostra - suddivisa in cinque sezioni - inizia con il viaggio a bordo di un trenino per rivivere gli esperimenti della relatività galileiana: prosegue poi con l’infanzia di Einstein, dove si esplorano i concetti della meccanica e dell’elettromagnetismo, soffermandosi su temi di fisica delle onde e dell’ottica, sino ad arrivare ai moti browniani, ad atomi e molecole, alla fisica quantistica e alla relatività ristretta e generale. Il tutto affrontato secondo la logica interattiva e giocosa che da anni caratterizza le proposte del Museo di Trento.

Ideata e realizzata assieme al Laboratorio di Comunicazione delle Scienze Fisiche del Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento, la mostra resterà aperta fino al 30 ottobre 2005, Anno Mondiale della Fisica dedicato al centenario delle sorprendenti pubblicazioni di Albert Einstein che hanno rivoluzionato il nostro modo di pensare aprendo la strada alla fisica moderna.

S E Z I O N I della M O S T R A
Le stanze del museo rappresentano in questa mostra momenti significativi nel cammino della conoscenza scientifica. Non solo quella dovuta ad Einstein.
La mostra inizia nel cortile interno del museo, dove si gioca con la relatività dei fenomeni fisici. Si parla della relatività di Galileo, il primo a comprendere che una palla vola e ritorna al suolo indifferente del movimento di chi la abbia lanciata in aria, purché il moto sia regolare, uniforme. Anche se non è proprio sempre così: la luce si manifesta, sempre nel cortile, nella sua imprevedibile, magica ambiguità nel tunnel che trascina nella stanza dell’infanzia di Einstein. In un certo senso, l’infanzia (anche se non immatura) della scienza che, alla fine del secolo XIX, temeva di avere compreso tutto l’universo, di aver descritto i principi fondamentali di ogni accadimento della meccanica (trottole e pianeti) e della termodinamica (gas, fluidi, calore, macchine). Un’infanzia nella quale Einstein si scopre stupefatto della ricchezza e dell’apparente semplicità della natura e delle sue manifestazioni sperimentali. Lo stupore permane o, meglio, cresce a dismisura nella stanza dedicata al comportamento della luce e delle onde. Luce e visione, colori, illusioni, miraggi, domande che sorgono spontanee. Cos’è la luce? Perché si comporta in questo modo? L’accostare i moti oscillanti della superficie dell’acqua con i raggi luminosi è una conquista ardita dell’intelletto che acquista riscontro anche teorico e formale nella stanza dedicata ai fenomeni dell’elettromagnetismo. La luce è un’onda elettromagnetica, frase che sintetizza incredibilmente complessi ragionamenti che servono anche a spiegare la natura ed il comportamento di correnti elettriche e campi magnetici indissolubilmente mescolati e vibranti. Bobine e calamite, anni luce lontani dall’etereo viaggiare dei raggi luminosi, si rivelano invece protagonisti assoluti nel giallo della descrizione di questi fenomeni. Il colpo di scena c’è, ad ogni modo: in quegli anni vi sono fenomeni che non si possono giustificare affidandosi ad un modello di luce elettromagnetica. C’è bisogno di una serie di nuove teorie fisiche, che conducono, oltre ad una visione “granulare” della luce, anche a nuovi scenari del mondo ultra-microscopico, quello affrontato nella stanza degli atomi e delle molecole. Oggetti sfuggenti, tanto sono minuscoli, ma noti ormai con precisione e dettaglio così elevato da essere riusciti a domarli ed a porli al servizio delle nostre tecnologie informatiche, telematiche, della diagnostica, della caratterizzazione dei materiali, delle comunicazioni. Un mondo in cui tutto viaggia velocemente. Le velocità che sono proprie della propagazione della luce e dunque, in una sorta di ritorno alle origini del percorso, ci si affaccia alla stanza dedicata alla relatività ed allo spazio-tempo: la stanza di Einstein per antonomasia, dove gli orologi rallentano e lo spazio si dilata. Dove l’energia è massa e viceversa, e lo spazio-tempo si incurva in presenza di accelerazioni o della gravità, che risultano equivalenti nei loro effetti. Si esce forse stanchi e frastornati da un così imponente flusso di idee. Sono solo astruse teorie? No, come già accennato poco sopra: ma per togliere ogni dubbio, la mostra può proseguire con una volata finale nel mondo della ricerca attuale svolta presso il Dipartimento di Fisica di Trento. Una esposizione di poster che illustrano le attività tecnologiche e sperimentali che, in un modo o nell’altro, affondano le proprie radici nel pensiero di Einstein e di chi lo ha affiancato in questa mirabile avventura del pensiero umano.