I senzatetto dell'amore

Musical

2007 ArteAlCentro

I senzatetto dell'amore
Una riflessione semiseria sull'amore attraverso la canzone italiana dal '60 ad oggi
Regia Francesco di Ghilardi
Coordinamento generale di Carmine Ragozzino

Il narratore Lucia Poli
Antonio Denis Cappelletti
Emma Elisa Rossetti
Lupo@lberto Alessandro Pedrotti
Ruggero Tiziano Pisetta
Eva Angela Giacomoni
Mia Vania Brun
Alice Michela Fedrizzi
Eugenia Giovanna Gruber
Dario Manuel Moretti
Erica Gabriella Sinella
Cesare Luca Casagranda
Penelope Giorgia Endrici
Primo Simone Cobbe
Accompagnatori del narratore Emanuele Cavallini, Francesco Ghilardi

Frammenti letterari tratti da: A. Albanese, S. Benni, M. Ophuls, C. pavese, T. Williams
Musiche di: L. Battisti, V. Capossela, A. Celentano, F. De Andrè, I. Fossati, D. Vergassola, E. Ruggeri e altri

Si tratta di uno spettacolo di teatro e musica dal vivo nato all'interno del progetto-laboratorio ArteAlCentro (Centro Servizi Culturali S.Chiara).
L’obiettivo principale nel percorso laboratoriale, è stato quello di sottolineare, per tutti i partecipanti, l’importanza dello stare in scena, a prescindere dal ruolo e dalla propria forma espressiva.
Quindi, non c'è una distinzione tra attori, cantanti, musicisti e danzatori, ma tutti i personaggi sulla scena sono protagonisti di storia da raccontare.
Musicalmente è un omaggio alla canzone italiana, da quella d’autore, al pop, al punk, alla canzone ironica o al demenziale.

In un percorso improbabile, personaggi apparentemente bizzarri popolano lo spazio scenico, lo fanno con la musica, la poesia, le parole, la danza. Raccontano storie d’amore, cronache quotidiane pescate nella massa delle esistenze comuni. Prendersi, perdersi, rincorrersi, amarsi, lasciarsi, di questo parlano le vicende narrate con lucida ironia, sensibilità, humor, spirito graffiante, e talvolta vera commozione. Questi sono i senzatetto dell’amore (il titolo prende spunto dalla canzone “La cosa” di Calabrese-Carrà, portata al successo da Cochi e Renato nel lontano 1973). Uomini e donne con nomi chein molti casi ricordano noti amanti del passato a testimonianza della continuità e insolubilità delle umane tribolazioni d’amore. In questo spazio senza tempo i personaggi incrociano i loro destini in un epilogo rivelazione della potenza di due parole atte a descrivere il senso ultimo dell’essere al mondo: “ti amo”.

Informazioni sulla prevendita

Biglietti in vendita presso:
Casse Rurali Trentine convenzionate in orario di sportello
Cassa del Teatro Auditorium dalle ore 10.00 alle ore 19.00 dal lunedì al sabato, ed un’ora prima dello spettacolo
Cassa del Teatro Sociale dalle ore 16.00 alle ore 19.00 dal lunedì al sabato

Note di "regia"
Attraverso le immagini mi interessa soprattutto trasmettere emozioni e sensazioni.
Questo è uno dei presupposti fondamentali con cui approccio i lavori e i progetti che affronto.
L'altro presupposto di base è che il risultato finale deve essere un lavoro di gruppo, una collaborazione che permetta ad ognuno di esprimere la parte migliore e più creativa di sè, attraverso i mezzi e gli strumenti a propria disposizione.
Oggi la tecnologia è alla portata di tutti e tutti possono fare cinema, video, spettacolo. Ma proprio per questo credo stia radicalmente cambiando la figura del "regista"; non più un essere supremo ed infallibile, ma un individuo che gestisce la disciplina di un gruppo, collezionandone e filtrando idee e spunti. Il regista diventa un maestro, un coordinatore; l'individualismo è destinato al fallimento.
Le tre fasi di un lavoro (pre-produzione, produzione e post-produzione) dovrebbero inoltre seguire alcune regole base che possano arricchire la creatività di chi si trova a lavorare con budget ridotti o irrisori, per non farlo sentire un "artista" di serie inferiore.
Queste sono alcune delle regole principali di lavoro che mi sono dato sull'esperienza di diversi anni:
• Sfruttare al massimo ed al meglio le location naturali.
• Utilizzare la ripresa diretta del suono per risparmiare su costosi doppiaggi.
• Scegliere l'utilizzo del colore o del b/n anche e soprattutto in funzione dell'effetto che si vuole ottenere. Una fotografia in b/n sebbene necessiti di molta più cura tecnica, risolve molti contrasti cromatici fastidiosi per l'occhio dello spettatore.
• Bilanciare l'utilizzo di filtri in fase di shooting, con le colorizzazioni in post-editing.
• Lasciare margine alla fantasia dello spettatore: non tutto va mostrato e spiegato dettagliatamente.
• Il rapporto tra musica ed immagine è fondamentale: tutti ne hanno sensazione anche, inconsciamente, non musicisti e non videomaniaci.
• Didascalismo e ipersimbolismo sono due estremi che nuociono alla creatività.
• I generi sono un'invenzione dei critici; lo stereotipo andrebbe usato solo come citazione.
• Dare grande importanza al montaggio può significare impostare lo shooting nel modo migliore. Come diceva il grande Kubrick: "Tutto ciò che precede il montaggio è solo un modo di produrre del materiale da montare".
• Non avere paura di riprese a mano un po' sporche: "Una macchina da presa su un cavalletto è senza pietà. Se invece è tenuta a mano, quando io respiro, la mdp respira con me". Così diceva Herzog e a volte, in determinate situazioni, lo spettatore ha bisogno di "entrare" nell'inquadratura.
Francesco Ghilardi


organizzazione: Comune di Trento Assessorato Politiche Giovanili - Centro Servizi Culturali S. Chiara