Il Canto dell'Anguana

Musica jazz

Dolomiti Ski Jazz

Patrizia Laquidara
"Il Canto dell'Anguana"
Patrizia Laquidara, voce, helicon voice e kaoss pad, recitazione
Maria Vicentini, violino e viola
Thomas Sinigaglia, fisarmonica e campioni, cori
Giancarlo Bianchetti, chitarra classica e acustica
Davide Garattoni, basso acustico, cori
Luca Nardon, percussioni e oggetti, cori
Nelide Bandello, batteria e percussioni, cori

“dolce e sinuosa, impetuosa e dirompente, la voce di Patrizia si comporta come un capitano di vascello in acque tumultuose: non perde mai di vista la rotta e solca le onde con coraggio e quel pizzico di incoscienza necessario a portare a termine le imprese più ardite, un’interprete matura e un’opera originale, di densa e raffinata leggibilità. Ci sono dischi belli e poi ci sono dischi che fanno bene...”
(RSI RadioSvizzera)

Il concerto è a tutti gli effetti uno spettacolo dove alle atmosfere magiche e rarefatte di una ballata si alternano ritmi indiavolati e gioiosi di taranta e balli di paese, di suoni mediterranei dove gli strumenti acustici quali il violino, la viola, la fisarmonica, le chitarre, il mandolino, la batteria, le percussioni e il basso si fondono con campionamenti, trombe e tromboni dal sapore balcanico, elettronica, cori.
Suoni d’acqua e versi di pipistrelli (specie autoctone registrate dentro alla grotta de Il buso dea Rana, dove sono state anche scattate le foto dell’album) incontrano rumori di catene e metalli (come nel magnifico canto di lavoro “Il canto dei battipali“) e le parti recitate dalla stessa Laquidara raccontano brevi anedotti di storie e leggende riguardarti l’anguana, figura mitologica protagonista dell’album.
Il palcoscenico si trasforma cosi in uno specchio d’acqua dove l’atmosfera densa e principalmente notturna si accorda con la luna creando paesaggi di luci e ombre che simulano le fasi lunari, in cui le manifestazioni atmosferiche s’imbattono facendo splendere lampi, eclissi solari e lunari.