Il Giorno del Non

Manifestazioni ed eventi

Storica rievocazione della visita del Principe Vescovo Thun nel 1789, con sfilata in costume d'epoca, che parte dal Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme con in testa il vescovo, seguito dagli alti prelati, lo scario (massima carica della Magnifica Comunità), i regolani e il popolo festante al seguito, per raggiungere il Parco della Pieve, dove i partecipanti si lanciano in danze, giochi e festeggiamenti, prima di rendere onore al pantagruelico banchetto offerto in onore del vescovo.
La Valle di Fiemme ha sempre goduto di una notevole forma di autonomia e di autogoverno, che le ha permesso di svilupparsi senza ingerenze esterne per lungo tempo. Tale autonomia trova il suo più autorevole fondamento nella "Magnifica Comunità della Val di Flemme". Nell'atto costitutivo con il quale il principe vescovo di Trento riconosceva la Comunità, si sanciva la particolare condizione per la quale la Valle di Fiemme, pur dipendendo politicamente dal Principato Tridentino, godeva di una propria libertà amministrativa.
Nel corso della sua storia la Valle di Fiemme ha anche conosciuto momenti difficili, in cui i valligiani hanno dato sempre prova d'ingegno e decisione. Uno dei capitoli più bui riguarda in particolare la tradizionale industria del legname, che ha sempre rappresentato una fonte di ricchezza per la valle. Alcuni commercianti fiemmesi, nella seconda metà del '700, iniziarono ad esercitare notevoli pressioni per ottenere privilegi particolari nell'assegnazione degli appalti. Pressioni che non portarono il risultato sperato ma che anzi, causarono l'interdizione delle tradizionali vie d'acqua, come l'Avisio e l'Adige, utilizzate per il trasporto del legname verso Venezia: un embargo che causò gravissimi disagi alla Valle di Fiemme. I valligiani cercarono allora di aggirare l'ostacolo attraverso l'utilizzo di un gigantesco argano ("manghen" in dialetto locale) che consentiva di trasportare i tronchi in cima alla Val Cadino per poi farli scendere attraverso il passo che da allora viene chiamato proprio Passo del Manghen. Da qui il legname veniva trasportato lungo la Valsugana, fino a Venezia. Un modo ingegnoso ma certo dispendioso per superare l'embargo posto dal Principe Vescovo. In seguito venne deciso di revocare l'interdizione e il 15 agosto del 1789 il vescovo Pietro Vigilie Thun giunse in Val di Fiemme per porre fine all'annosa controversia. Al momento della firma dell'accordo, però, il vescovo si rimangiò la promessa e pronunciò la famosa frase "Non, Non placet!" (non mi garba affatto), seguita dal disappunto della popolazione riunita per festeggiare la fine dell'embargo.
È questo l'evento che viene rievocato tutti gli anni il giorno di Ferragosto con "II giorno del Non", una sfilata storica in costume d'epoca, che parte dal Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme di Cavalese, con in testa il vescovo, seguito dagli alti prelati, lo scario (massima carica della Magnifica Comunità), i regolani e il popolo festante al seguito, per raggiungere il parco della Pieve, dove i partecipanti si lanciano in danze, giochi e festeggiamenti. La festa viene però brutalmente interrotta dall'inaspettato voltafaccia del prelato.
Una singolare e affascinante rappresentazione storica che quanti si trovino in Valle di Fiemme il giorno di Ferragosto non devono assolutamente lasciarsi sfuggire.
Per onore di cronaca il divieto di transito venne comunque a cadere. Poco dopo, poiché Vigilie Thun fu l'ultimo Principe Vescovo con poteri temporali, scalzato dalla buriana devastante degli eserciti napoleonici.