Il Guercino ritornato. Un’avventura per i piú giovani

Apre una mostra d’arte a Cavalese con opere antiche di pregio, una mostra non convenzionale, in grado di affascinare anche i piú piccoli.

Mostra

Qualcuno se n'è già accorto. Camminando dopo il tramonto a Cavalese si scorge una finestra della Canonica illuminata. È la luce che ogni sera, dalle 21 all’una di notte, illumina un quadro di notevole pregio: il dipinto “Madonna con Bambino e San Giovannino”, del 1615, del celebre pittore Giovanni Francesco Barbieri, noto con lo pseudonimo di “Guercino”, nato a Cento nel 1591. Guercino è uno dei grandi pittori di Scuola emiliana, nonché tra i più propositivi autori nella Roma barocca.

Attorno a questo dipinto è nata la mostra “Il Guercino ritornato. Un’avventura per i piú giovani”. Questa esposizione, aperta al pubblico gratuitamente, dal giorno 8 luglio fino al 31 agosto, ogni venerdì, sabato, domenica e lunedì, dalle 14:30 alle 19:00, consente anche di ammirare la Canonica e altre opere.

Fra queste l’olio su tavola “Crocifissione con città di Ghent sullo sfondo” di Frans Porbus the Elder (Bruges, 1545 - Anversa 1581). Un’opera di questo pittore è esposta all’Hermitage di San Pietroburgo. In mostra anche il dipinto a olio “Deposizione della croce” di un pittore fiammingo anonimo di inizio Cinquecento, un mascherone barocco siciliano e un angelo ligneo di inizio Settecento. Tutte le opere nascondono una storia avvincente da raccontare, una storia, a volte divertente, che coinvolge i visitatori, piccoli e adulti.

Questa mostra d’arte antica è nata dall’incontro fra il collezionista Paolo Chinellato e il parroco don Albino Dell’Eva, da sempre sensibile all’arte e alla musica. Attraverso l’arte antica c’è la volontà di incuriosire i giovani con il racconto di un tesoro artistico scoperto quasi per caso.

È una storia vera, vissuta in prima persona dal collezionista che nel 2019 si è letteralmente innamorato del quadro Madonna con Bambino e San Giovannino, tanto da acquistarlo. Allora nessuno sapeva che l’autore fosse Guercino: il quadro era semplicemente attribuito alla Scuola emiliana del 1600.

Chinellato era affascinato dal messaggio emotivo dell’opera, non dal valore.

Ma dopo qualche tempo l’intuizione geniale e l’analisi stilistica del professor Emilio Negro certificò che l’autre del dipinto era Guercino. La notizia del ritrovamento di un’opera a lungo cercata dal professor Nicholas Turner destò gioia e sorpresa. I bozzetti di questo quadro sono esposti all’Albertina di Vienna, al Rijksmuseum di Amsterdam, al Windsor Castle in Inghilterra, alla galleria Pallavicini a Roma e alla Fondazione Campbell in Texas.

Chinellato, dopo la pandemia del Covid, ha deciso di interrompere i suoi pellegrinaggi lavorativi all’estero per fare ritorno in Italia e dedicarsi alle sue passioni. Da qualche mese si è stabilito con sua moglie e il suo bimbo in Val di Fiemme, a Tesero.

“Voglio far tornare a sognare i bambini e i ragazzi – spiega Chinellato -, mettendo a disposizione opere di artisti italiani che riporto nel loro Paese. Per cominciare, racconterò loro la storia di una caccia al tesoro durata secoli, la storia del ritrovamento di questo Guercino. Il mio auspicio è che anche loro possano coltivare la propria curiosità iniziando a indagare, magari fra i quadri di famiglia dimenticati in soffitta. Forse troveranno una storia del passato che vale la pena continuare a narrare e, forse, comprenderanno meglio il valore della speranza e della passione. Il mio sogno ora è di rendere l’arte fruibile a tutti, anche al di fuori dei circuiti museali. Vorrei far rivivere le opere nello stupore dei piccoli e dei giovani. Voglio che l’arte e la cultura siano al centro di un grande progetto di condivisione, che sia anche in grado di incrementare le attrattive turistiche di queste montagne, in un mondo che cambia sempre piú velocemente e che ha bisogno di segnali positivi. Ringrazio don Albino per aver abbracciato questa iniziativa con grande entusiasmo mettendo a disposizione i locali gratuitamente, la Soprintendenza di Trento per la continua collaborazione e soprattutto mia moglie per il continuo supporto”.

Il collezionista Paolo Chinellato si augura che questo progetto artistico e sociale sia adottato da un’associazione no-profit capace di coinvolgere le istituzioni.