Il Tasso a spasso: storie strambe e raminghe

Teatro

Dicastelincastello

di e con Giacomo Anderle e Alessio Kogoj

La Compagnia “Teatri soffiati” presenta le divagazioni eccentriche di due bizzarri narratori girovaghi, in cammino alla volta della gran festa a corte. Incontri straordinari e misteriosi accadimenti tra racconti, musica, canti, magie, improbabili allegorie, filastrocche nonsense e riflessioni semiserie, poetiche e surreali. In un gioco di specchi e di scatole magiche, si delinea il ritratto di due incredibili perdigiorno innamorati della vita, dell’amicizia, delle strade che portano lontano e delle storie che non hanno fine.

In collaborazione con: Comune di Arco
Ingresso: acquisto diretto al Castello - intero € 5,00; ridotto € 3,00
In caso di pioggia lo spettacolo verrà annullato

A cura del Centro Servizi Culturali S. Chiara
Info, prezzi e prevendite:
da lunedì a sabato dalle 15.00 alle 18.00
N° verde 800-013952 / 0461-213834
www.csc.tn.it

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CASTELLO DI ARCO
Orari: tutti i giorni 10.00 -19.00
(ultima visita un’ora prima della chiusura)
Ingresso: 3,50 euro
Arco - Via Castello, 10
Tel. 0464 510156
www.comune.arco.tn.it

La prima menzione del castello di Arco si ha in un documento del 1196, quando Federico d’Arco - pur rimanendo il bene proprietà della comunità - conferma il suo diritto sul castello, ossia rivendica per sé l’amministrazione e la difesa del territorio ad esso afferente. La fortificazione venne edificata su un sperone roccioso, posta a controllo di un territorio compreso tra il basso Sarca e l’alto Garda. La storia del castello è strettamente legata alla dinastia dei d’Arco, presenti nella zona già dai primi decenni del XII secolo. I successivi scontri avvenuti nel 1267 con i signori di Sejano per l’egemonia territoriale, portarono i d’Arco, usciti vincitori, ad acquisire via via sempre più potere, tanto da divenire una delle famiglie più influenti del Principato. Dal Duecento a tutto il Quattrocento il castello dovette affrontare due secoli di lotte, minacce e interferenze politiche, spesso risolte con accordi diplomatici. Il Principato vescovile di Trento, che ne manteneva la proprietà, lo vendette a Mastino II della Scala, signore di Verona; tuttavia i d’Arco mantennero il controllo e l’amministrazione del castello, quali feudatari. La conquistata delle truppe di Gian Galeazzo Visconti dell’intera area determinò la necessità per i d’Arco di allearsi con i milanesi. Nel 1413, in seguito a un ulteriore cambio di alleanza, i d’Arco divennero conti dell’Impero. A fine Quattrocento il castello subì un assedio veneziano: il borgo venne distrutto, ma la fortificazione resistette. Nel 1703, con l’arrivo del generale francese Vendôme, il castello fu posto sotto assedio: le difese si opposero per otto giorni, finendo poi per capitolare. Una volta saccheggiato, le truppe francesi lo distrussero, dando l’avvio alla successiva spogliazione e decadenza. Il castello, un tempo complesso di straordinaria vastità, come testimonia il celebre affresco del Dürer del 1495, si presenta oggi allo stato di rudere. Poco o nulla si è salvato delle cinte murarie e dei bastioni che scendevano dal castello a protezione del borgo. Delle strutture che erano parte del castello, oggi si conserva la Torre Grande simbolo, della fortificazione stessa. Il recente restauro condotto sul complesso ha permesso di individuare uno straordinario ciclo di affreschi di tema cortese, preziosa testimonianza della pittura gotica in ambito trentino.