Il castello dalle 120 stanze
Pagine del Garda
Mostra a cura di Romano Turrini e Giancarla Rognoni
Il titolo della mostra prende le mosse dalla descrizione del castello di Arco fatta da Matthias Burgklechner che nel 1609 così scrive: Questo castello grande e ben costruito si trova molto in alto su una roccia [
] Nel castello ci sono 120 stanze in parte abbastanza alte e vaste.
Il castello nel periodo del Medioevo e fino al Seicento era un vero e proprio borgo fortificato: non ospitava al suo interno la sola famiglia dominante (i conti dArco, fin dallanno Mille), ma anche i rami cadetti e i numerosi parenti, molto spesso in aperto contrasto fra loro. E inoltre accoglieva numerose botteghe, officine, laboratori, luoghi di lavoro svariati, abitazioni più umili destinate ad artigiani e servitori, al corpo di guardia, ecc. In conseguenza di ciò si trovano a tuttoggi allinterno delle mura del maniero capienti cisterne per lacqua (tre quelle visibili a tuttoggi) e numerosi depositi e granai, ma si conosce anche dellesistenza di un mulino, di una chiesa (dedicata a Santa Maria Maddalena), di orti e di una bottega da fabbro. Esiste ancora, ma sicuramente era in origine una costruzione più articolata, la prigione del sasso, dove Galeazzo dArco fu imprigionato dal fratello Francesco: quindi si trovava al suo interno anche una amministrazione della giustizia e un sistema per la carcerazione. Il castello era di fatto, una vera città nella città, collegata al borgo di Arco, più in basso, ma allo stesso tempo, in caso di necessità, autonoma e autosufficiente.
La mostra vuole quindi presentare proprio questa funzione di borgo fortificato svolta dal castello nel corso della sua storia e far comprendere quale fosse il suo aspetto complessivo al momento del suo massimo splendore. Al contempo, nella mostra, si troveranno sezioni dedicate ai legami che la famiglia dArco ha avuto con il territorio circostante (Mantova e Tirolo principalmente) e i restauri che hanno interessato nel corso dei secoli il castello arcense, fino allultimo promosso dalla Provincia.
La mostra è stata resa possibile dalla preziosa collaborazione di: Soprintendenza per i Beni Architettonici della Provincia Autonoma di Trento, Fondazione dArco di Mantova, Biblioteca comunale di Trento, Castello del Buonconsiglio, Museo Storico della Guerra di Rovereto, Archivio storico di Arco.
organizzazione: Comune di Arco Ufficio Attività Culturali - P.A.T. Soprintendenza per i Beni Architettonici