Il mercante di Venezia
Stagione di prosa di Cavalese e Tesero 2012/2013
Associazione Teatro Libero
Il mercante di Venezia
di William Shakespeare
con Mino Manni - Shylock
regia di Alberto Oliva
Tutti gli uomini uccidono la cosa che amano.
(Oscar Wilde)
Protagonista del capolavoro shakespeariano è un gruppo di giovani veneziani scapestrati e bamboccioni che passano le giornate a dire «uninfinità di nulla», fluttuano fra i ponti della laguna, vanno fuori a cena, sono tristi e non sanno perché, affidano i loro profitti alle navi e sanno di poter perdere tutti i loro beni, proprio come noi che siamo in balia dei mercati, dello spread e delle Borse che, come il mare, fanno naufragare sogni e risparmi da un giorno allaltro, costringendoci ad accettare che il futuro sia instabile e precario.
Bassanio sogna di evadere da Venezia verso Belmonte, unisola fantastica che costituisce il simulacro della felicità e della sensualità, come le nostre fiction televisive e i quiz che funzionano coi pacchi proprio come lindovinello cui la bella Porzia assegna il proprio destino di moglie... Tutti questi ragazzi non si riconoscono in valori forti e incrollabili, non hanno ideologie, ma sentono un forte bisogno di appartenenza e marcano la loro identità discriminando il diverso e sputandogli in faccia.
Ad essi si contrappone la figura perentoria e matura di Shylock, usuraio per necessità, che affronta dignitosamente la sua condizione di capro espiatorio e pretende giustizia e rispetto dei contratti stipulati. Lui, che viene deriso e svillaneggiato solo perché ebreo, concede un prestito al giovane Antonio e chiede come interesse, «così, per divertirsi », una libbra della sua carne, «da prendersi e tagliarsi in quella parte del suo corpo che più gli aggrada»: un pegno sinistro, una sorta di vendetta bizzarra e forse gratuita nella sua macabra inutilità. Al termine dei tre mesi pattuiti Antonio è senza soldi, che sono naufragati con le sue navi.
Ma «chi è il mercante, e chi lebreo?» chiede il giudice in sede di processo. Le identità si confondono, la giustizia si traveste e trasforma la realtà, plasma sentenze su misura, mostra una faccia da uomo sotto cui batte un cuore femminile e seducente. «Il mondo si fa sempre ingannare dalle apparenze. Nei tribunali, quale perorazione, falsa e corrotta che sia, se pronunciata con voce leggiadra, non riesce a mascherare il male?».
organizzazione: Coordinamento Teatrale Trentino - Comuni di Cavalese e Tesero