Il racconto del filo. Cucito e ricamo nell'arte contemporanea
Prende il via con questa mostra lattività di esplorazione e di indagine dei nuovi percorsi e dei nuovi linguaggi dellarte contemporanea che il Mart intende intraprendere nella sede di Rovereto recentemente inaugurata, dove lampia architettura progettata da Mario Botta, in collaborazione con Giulio Andreolli, favorisce e stimola lo sviluppo di quella pluralità di funzioni esposizione, ricerca, didattica, dialogo tra le arti, incontro e confronto che il laboratorio Mart si propone.
Luso del ricamo e del cucito nellarte contemporanea sarà allora, dal 31 maggio al 7 settembre, uno dei terreni dindagine del Museo, nel tentativo di registrare - in corso dopera - una tendenza sempre più radicata nellarte dei nostri tempi e di consentirne unarticolata e suggestiva lettura, nella consapevolezza che in arte, le scelte linguistiche sottintendono sempre una visione del mondo scrive Giorgio Verzotti - sono motivate da intenzionalità che rimandano a dinamiche psicologiche profonde, e spesso (...) giungono a porre questioni di rilievo sociale.
A R T I S T I
Austria: Rainer Ganahl; Belgio: Wim Delvoye; Bosnia Erzegovina: Maja Bajevic; Brasile: Walter Goldfarb; Colombia: Doris Salcedo; Giappone: Hiroko Nakao; Germania: Rosemarie Trockel, Christiane Löhr; Gran Bretagna: Tracey Emin, Mona Hatoum, Jim Lambie; Kossovo: Ezren Shkololli; Italia: Alighiero Boetti, Letizia Cariello, Maria Lai, Claudia Losi, Laura Marchetti, Eva Marisaldi, Laura Matei, Maurizio Vetrugno, Francesco Vezzoli; Messico: Carlos Arias; Olanda: Michael Raedecker Spagna: Elizabeth Aro, Elena del Rivero; Ungheria: Miiriann Imre; USA : Ghada Amer, Angelo Filomeno, Mike Kelley, Zoe Leonard.
Il ricamo e il cucito componenti di un fare antico e diffuso ma da sempre relegato al chiuso delle mura domestiche, al ruolo di mero artigianato e soprattutto alla sfera femminile sono oggi tecniche espressive ricorrenti nellarte, segno di una ricerca che va oltre una preferenza individuale. Una pratica artistica inaspettata che sostituisce al pennello la ricerca di supporti e materiali alternativi e trova un collegamento con il taglia e cuci che si fa normalmente al computer. Una scelta linguistica che oltre a spezzare - così come accaduto in precedenti importanti esperienze - la barriera che separa i materiali intellettualmente alti da quelli bassi, propone una nuova relazione tra i sessi, dato il ricorso plateale di uomini e di donne - ad un sistema di segni tradizionalmente femminili. Un mezzo espressivo che assume valenza politica, capovolgendo i luoghi comuni, ponendo attenzione a ciò che abitualmente è marginale, sovvertendo i ritmi della comunicazione cui la società moderna ci ha abituati, riannodando i fili di identità spezzate, rivalutando un pensiero volutamente non logocentrico.
Con la mostra II racconto del filo. Ricamo e cucito nellarte contemporanea si vuole dunque dare conto di questo linguaggio ormai autonomo, proponendo una selezione di quegli artisti e artiste che nellultimo decennio, e in tutto il mondo, hanno scelto ago e filo per disegnare le loro immagini, avvicinando autori appartenenti ad aree geografiche, culturali e geopolitiche profondamente diverse: lEuropa, i paesi dellEst, il Giappone, gli Stati Uniti, lAmerica del centro-sud, i paesi arabi.
Accanto a ciò vi è il desiderio di raccordarsi ad una genealogia elettiva, più che ad una filiazione diretta: un percorso che parte ricordando le Avanguardie Russe, con la ricerca suprematista descritta in catalogo da Nicoletta Misler, e che attraversa il secondo futurismo di Balla e Depero autore fondante lidentità culturale del Mart e dunque opportunamente richiamato anche nellesposizione - fino ad arrivare ad ALIGHIERO BOETTI, (scomparso nel 94), cuore pulsante della rassegna e grande esponente dellArte Povera, che per primo usò il ricamo come un linguaggio costante. Ricordiamo i famosi arazzi commissionati alle donne afghane, ricorrendo allo scambio di mano.
Di Boetti verranno presentati al Mart sette importanti lavori inaugurali del suo uso del ricamo.
Complessivamente sono trentadue gli artisti selezionati per Il racconto del filo con molti nomi ormai affermati in campo internazionale: da ROSEMARIE TROCKEL, che dalla metà degli anni Ottanta ha determinato una svolta importante nello sviluppo figurativo degli ultimi due decenni, dando voce a percezioni fino ad allora chiuse nellesperienza privata delle donne; a TRACEY EMIN, la provocatoria artista inglese che, già nella prima tappa di Sensation alla National Gallery di Londra, nel 97, aveva fatto parlare di sè, rivendicando il diritto di raccontare amori e sessualità; da MONA HATOUN - nata e vissuta a Beirut e poi a Londra, a causa della guerra civile in Libano - che tessendo la kefieh con i capelli femminili (presente a Rovereto accanto ad altre) evidenzia il ruolo delle donne nellarte e nella protesta politica, a FRANCESCO VEZZOLI, MIKE KELLEY, EVA MARISALDI.
Oltre la metà dei partecipanti presenterà unopera creata appositamente per loccasione.
Così MAJA BAJEVIC - che è nata e vissuta a Sarajevo ed ora a Parigi, che ha ricamato intorno al tema drammatico della guerra nellex Jugoslavia, con la perdita luttuosa di luoghi, affetti e consuetudini, e che usa lago ed il filo anche per esprimere la contraddittorietà della condizione della donna nella società, da sempre costretta in ruoli codificati e in stereotipi precostituiti - presenterà a Rovereto una performance nuova, anticipando la sua presenza alla Biennale di Venezia di questanno: una sorta di omaggio alla Donna, anzi allarchetipo della donna, come scultura vivente.
RAINER GANAHL metterà in scena la critica alla guerra in Afghanistan dopo l11 settembre, con un lavoro che abbina ai loghi e ai titoli dei telegiornali americani le risposte ricamate da chi vive in quel paese, riallacciandosi così alla tradizione di Boetti. Al Mart presenterà un lavoro nuovo anche GHADA AMER, emozionante artista di origine egiziana che ha contribuito a portare la cultura araba nel cuore dellarte contemporanea, rivendicando, con le sue figure damore, il diritto delle donne di esprimere se stesse e la propria sessualità ed usando il ricamo come ferro del mestiere femminile, per eccellenza. ELISABETH ARO, unendo terreni tradizionalmente maschili e femminili, proporrà al Mart i progetti di edifici di Alvaro Siza trascritti in un libro con pagine fatte di tela di lenzuola e costruirà un muro con mattoni ricoperti di velo sul quale è ricamata la pianta di una casa: da sempre arredata, ornata, curata dalla donne, ma costruita dagli uomini.
Zoe Leonard, realizzerà per la mostra una delle sue sculture viventi con frutta disidratata e cucita insieme, a dimostrare la necessità di una sutura tra la vita e la morte, tra ciò che vive e ciò che fa parte dello scarto. CHRISTIANE LÖHR, intrecciando esili crini di cavallo, creerà una delle sue impalpabili installazioni e tutti gli artisti italiani selezionati - e sono molti, a segnalare doverosamente da parte del Mart una realtà in fermento - si proporranno con unopera nuova: LETIZIA CARRIELLO, MARIA LAI (artista che da anni lavora con fili e cucito e che potremmo definire, per il suo destino appartato e per le tematiche del suo lavoro, la Louise Bourgeois italiana) CLAUDIA LOSI, LAURA MARCHETTI, EVA MARISALI, LAURA MATEI, MAURIZIO VETRUGNO e il giovane FRANCESCO VEZZOLI, che sotto la magica cupola del Museo di Rovereto evocherà il rifugio del ricamatore e riprodurrà, con i suoi ricami, le copertine di Vougue e Vanity Fair disegnate da Depero durante il soggiorno americano.