Il tormento e la danza
Stefano Bruno violoncello
Orchestra Filarmonica Settenovecento
Marco Alibrando direttore
Wagner ebbe parole per entrambe le opere beethoveniane in programma.
Riferendosi al Coriolano, affermò: “Dell’intera tragedia, Beethoven puntò su un’unica scena, quella tra Coriolano, sua madre e sua moglie nel campo avanti alle porte della città. Tutta la forza d’odio che spingeva l’eroe alla distruzione della patria e le mille spade e frecce del suo risentimento, egli le afferra con mano potente e terribile, ne forma una punta sola e se ne trafigge il cuore.
Sotto il colpo mortale che si è inflitto, il colosso cade e ai piedi della donna che implora la pace ed esala, morendo, l’ultimo respiro”. A fare da contraltare a un pezzo così drammatico, la sinfonia che, sempre secondo Wagner “è l’apoteosi della danza. È la danza nella sua massima essenza, l’azione del corpo tradotta in suoni per così dire ideali”.
Incorniciato tra questi due capolavori, un esempio superbo del solismo romantico, il Concerto per violoncello a cui Schumann lavorò a più riprese tra il 1850 e il 1854 e che probabilmente non riuscì mai a sentire eseguito. Il pezzo è affidato all’esecuzione di un giovanissimo solista classe 2000 con una promettente carriera all’orizzonte.
L. van Beethoven
Ouverture Coriolano op. 62
R. Schumann
Concerto per violoncello e orchestra op. 129
L. van Beethoven
Sinfonia n. 7 op. 92
€ 12 | € 8 | € 4
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(lun-ven 16-19; sab 10-13;nei giorni di concerto 10-13 e 15-inizio concerto)