Il vento della luna

con l'autore Antonio Munoz Molina 

 un’interpretazione d’eccezione come la drammaturga Carolina Calle Casanova, da alcuni anni residente a Rovereto.

Incontri e convegni , Presentazione libro

Antonio Munoz Molina 

Nato in Andalusia nel 1956, membro della Real Academia Española e vincitore di molti importanti premi letterari, Muñoz Molina è stato il direttore dell’Istituto Cervantes di New York, forse la più importante istituzione culturale di lingua spagnola al di fuori della Spagna.
È autore di oltre venti romanzi.
Se nel magistrale ‘Come ombra che declina’ raccontava una Lisbona perduta, in questo romanzo ci trasporta nel ‘69: mentre l’uomo sta per toccare il suolo lunare, in una piccola città spagnola - ancora sospesa nell’oppressione franchista - un tredicenne assiste al viaggio dell’Apollo 11.
L’infanzia è finita e cresce in lui l’insofferenza per l’educazione cattolica ricevuta, la vita rurale ed il lento ritmo delle stagioni...
C’è sempre nei romanzi di Muñoz Molina un guardare al passato come atto fondativi del nostro presente. In ‘Come ombra che declina’ si mette sulle tracce dell’uomo che ha ucciso Martin Luther King e che ripara da clandestino in una Lisbona ancora imbevuta del salazarismo: una Lisbona di tascas e adegas, slabbrata e corrosa, affatto turistica.
In questo libro, la memoria arriva e lavora tramite la televisione, capace di rendere storica una data, quella dello sbarco sulla luna e farla assurgere a dimensione planetaria.
Molina è uno straordinario conoscitore della letteratura spagnola classica; in particolare non manca mai di citare l’amatissimo Cervantes; lo ha fatto anche recentemente in occasione della sua partecipazione al Salone del Libro di Torino, sollecitato da domande sulla crisi dei migranti:
Mi viene in mente un episodio del Don Chisciotte, quello in cui Sancho incontra un compaesano che è stato cacciato dalla Spagna in quanto morisco, ossia di origine musulmana. L’uomo non riesce a comprendere il provvedimento di cui è vittima, è divorato dalla nostalgia per il villaggio in cui è nato e che ha dovuto abbandoche nare. All’improvviso Sancho lo abbraccia e con quel gesto cancella per un istante ogni differenza. Ristabilisce la giustizia, riscopre l’umanità.
Una lezione ancora valida?
Sì, l’abbraccio di Sancho non è solo un’immagine simbolica. Nel primo decennio del XXI secolo la Spagna ha accolto quasi dieci milioni di immigrati, senza che un fenomeno di proporzioni così imponenti causasse l’insorgere di sentimenti xenofobi. Il problema non sono mai i flussi migratori, ma l’uso politico che se ne fa. Non per niente, tanto minore è il numero di migranti effettivamente presenti in un Paese, tanto maggiore è l’allarme trasmesso all’opinione pubblica. Sta accadendo negli Stati Uniti, ma anche in molte parti d’Europa: Italia compresa, purtroppo. Abbiamo dimenticato che, alla fine della Seconda guerra mondiale, il nostro era un continente di profughi allo sbando e che le migrazioni fanno parte della nostra storia comune.