Ilaria Alpi. Il più crudele dei giorni

Cinema

Italia, 2003
Titolo originale: Ilaria Alpi. Il più crudele dei giorni
Genere: Drammatico
Durata: 110'
Regia: Ferdinando Vicentini Orgnani
Cast: Giovanna Mezzogiorno, Rade Sherbedgia, Erica Blanc, Angelo Infanti

Il 20 marzo 1994 la giornalista RAI Ilaria Alpi e il cameraman Miran Hrovatin vengono uccisi in un agguato a Mogadiscio.
Il film ricostruisce il percorso giornalistico dei due inviati attraverso un vortice di colpi di scena, col ritmo e il fascino delle migliori spy stories...

di Mazzino Montinari

Ilaria Alpi – Il più crudele dei giorni di Ferdinando Vicentini Orgnani, scritto a quattro mani con Marcello Fois, è l’esempio di come non si debba dare per scontato che per realizzare un buon prodotto cinematografico sia sufficiente avere a disposizione una storia importante e una macchina da presa.
I pregi di questo film (liberamente ispirato al libro di Mariangela Gritta Grainer, Maurizio Torrealta, Giorgio e Luciana Alpi, 'L’esecuzione',) sono presto detti: l’eccellente prova interpretativa di Giovanna Mezzogiorno e Rade Sherbedgia e un montaggio che non fa pensare in alcun modo ai piatti e lineari prodotti televisivi. E poi non si può trascurare il tentativo onesto di riportare alla luce un caso che, come altri della nostra storia, è andato a sbattere contro un muro di gomma.
Il duplice omicidio dei due giornalisti è avvenuto in circostanze per niente misteriose. Nonostante ciò, la magistratura non è stata in grado di emettere una sentenza soddisfacente. Il film mostra i trenta giorni che portarono all’esecuzione dei due reporter.
Ilaria Alpi stava indagando su una vicenda che aveva a che fare con la spedizione degli aiuti umanitari provenienti dall’Italia e diretti in Somalia. C’è una nave che attira la sua curiosità: l’imbarcazione compie degli strani e inspiegabili giri per il Mediterraneo. La giornalista con sana ostinazione e con l’aiuto di Hrovatin arriva alla conclusione che dietro la spedizione degli aiuti umanitari si nasconde un traffico di armi e di rifiuti (tossici?) da seppellire clandestinamente in Somalia. Forse scopre anche chi sta dietro a questo losco affare, ma prima di riuscire a mandare in onda il servizio che avrebbe fatto esplodere il caso, viene uccisa insieme a Hrovatin. Dopo la loro morte, il buio.
L’argomento è scottante e tremendamente attuale, pensando anche alla guerra in Iraq. Viene da chiedersi, infatti, se gli aiuti siano conseguenza di una guerra o causa per dare il via a speculazioni illegali. Ma mettiamo da parte questo argomento, limitandoci a sperare che vi sia un’altra donna coraggiosa come Ilaria Alpi.
Quello che ci si attendeva da questa pellicola era la presenza di una riflessione più ampia sulla libertà di parola e sulla forza morale di una donna e di un uomo che da soli, a rischio della propria vita, cercano ad ogni costo di difendere i diritti dei più deboli e provano a far coincidere due termini difficili da mettere insieme: giustizia e verità.
Piuttosto che alludere con circospezione al nome di chi li ha uccisi e alla probabile connivenza delle alte sfere, non sarebbe stato meglio indagare con maggiore profondità sul motivo per cui la Alpi e Hrovatin sono stati lasciati soli e, nonostante ciò, abbiano proseguito lo stesso andando incontro ai loro giustizieri?
Al contrario, non si è andati al di là di un mero ritratto, peraltro incompiuto perché il lasso di tempo preso in considerazione è troppo breve per capire quale demone agitasse veramente i due giornalisti. Inoltre la tanto declamata spy story, non risulta così avvincente dato che viene decapitata per non ricevere denunce.
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