In nome della Madre

Teatro

Ispirazioni d'Estate

Spettacolo teatrale con Patrizia Punzo per la regia di Danilo Nigrelli. La rappresentazione, tratta dall’opera di Erri De Luca, fa parte della rassegna "Teatri del Sacro in tour" di Lucca in collaborazione con l’associazione Arte Giovane e il patrocinio di Federgat.

“In nome della madre” è la storia di Maria, in ebraico Miriàm, la madre di Gesù. Non è la storia della sua vita ma “solamente” dei nove mesi che vanno dal concepimento alla nascita del figlio. È una vicenda che conosciamo bene, o almeno crediamo di conoscere, che ci è stata narrata quando eravamo piccoli dai nostri genitori o al catechismo, per chi lo ha frequentato.

È uno dei momenti fondanti dell’intera religione cristiana. L’angelo, i pastori, la stella cometa, il bue e l’asinello sono parte del nostro immaginario, credenti e non, ma la particolarità de “In nome della madre” è che il racconto è affidato a Maria stessa, con la sua età e le sue parole, con le sue ansie e le sue certezze. Erri De Luca è un profondo conoscitore dell’ebraico antico e delle Sacre Scritture ma è anche un ateo dichiarato. Ebbene ciò che più colpisce leggendo questa sua opera sono l’Amore e il Rispetto che egli ha verso questa ragazzina vissuta più di duemila anni fa, mostrandola per quello che è, una ragazzina appunto, che si trova a vivere improvvisamente una vicenda che avrebbe potuto schiacciare chiunque ma che con tenacia, semplicità e soprattutto con la Fede lei riesce a governare.

È un testo pieno di spunti di riflessione: l’amore tra Maria e Giuseppe per esempio. Un amore tenero e allo stesso tempo molto terreno. Si affidano l’uno all’altra, lui le crede da subito e lei sa di essere creduta; lui la difenderà da tutto e da tutti e sarà il padre di un figlio non suo; lei lo ama ancora più di prima per questo e desidera solo stare tra le sue braccia.

E ancora: questa “strana” famiglia. Loro sì, la Sacra Famiglia, sono tra i primi discriminati di tutte le storie che conosciamo. Loro sono fuori dalla legge, lei è considerata un’adultera, lui uno stupido, e il bimbo il frutto del peccato. Con le loro scelte si sono posti fuori dalla comunità dove sono sempre vissuti. Sono loro da discriminare, sono loro gli extra-comunitari, loro i diversi.

L’opera di De Luca non nasce come testo teatrale ma sembra avere già in sé una forza drammaturgica. Proprio perché è Maria a parlarci direttamente, a raccontare in prima persona, a descrivere gli stati d’animo suoi e di chi la circonda, è lei a condurci da Bethlehem a Nazareth, è lei che ci “presenta” Gesù appena nato. L’Autore suddivide l’opera in quattro parti che chiama “Stanze”, riadattandolo per la messinscena noi ne facciamo quattro quadri che chiamiamo “L’Annuncio”, “Gli altri”, “Il viaggio” e “La nascita”. La scenografia è essenziale: due sedie e due teli di stoffa: non serve altro per raccontare questa storia