Inaugurazione della rinnovata sezione archeologica
Come infatti non si può capire il mondo nuovo e recente senza conoscere la tradizione, così l'amore delò vecchio rimane falso e sterile quando si evita il nuovo che ne è derivato per necessità storica"
Thomas Mann, Doctor Faustus, cap. XXVIII
Inaugurazione della rinnovata sezione archeologica
Intervento musicale:
Quartetto di flauti della Scuola Musicale I Minipolifonici
W.A.Mozart, Quartetto in fa magg. K 370 (Allegro)
Cinque nuove sale in Castelvecchio ripercorrono la storia dellarcheologia del territorio regionale. I reperti ricostruiscono la vita degli insediamenti più antichi partendo da 13.000 mila anni fa per arrivare sino al VI sec. d.C.
Nel corso dellOttocento e agli inizi del Novecento la ricerca archeologica in Trentino fu attraversata dallaspirazione irredentista nazionale di affermare litalianità del territorio attraverso lo studio delle più antiche presenze umane nelle valli dellAdige e dei suoi affluenti. Tra i cultori di storia patria, il conte Benedetto Giovanelli (1775 1846), a lungo podestà di Trento, diede vita al primo nucleo del Museo fondato nel lontano 1853. A Giovanelli si deve anche il recupero della celebre situla di Cembra, contenitore in metallo di produzione locale erroneamente attribuito alla civiltà etrusca. Nel 1924 venne inaugurato nel Castello del Buonconsiglio il Museo Nazionale Trentino, dove per la prima volta, furono raccolti ed esposti in maniera organica molti reperti archeologici rinvenuti sul territorio.
Di seguito negli anni Ottanta la Soprintendenza archeologica presentò una selezione della collezione.
Ora a conclusione di restauri, che hanno portato a norma gli impianti tecnologici delle sale, riapre al pubblico la sezione archeologica del Museo, rinnovata ed ampliata.
Il percorso espositivo e i pannelli sono stati completamente rivisti, sia nei testi che nella grafica, e alle tre sale originarie se ne sono aggiunte due. Una delle sale, grazie alla collaborazione della Soprintendenza ai Beni monumentali, ha visto lapertura di unantica finestra che dal cortile di Castelvecchio offre un suggestivo scorcio allinterno della sala dei tesori paleocristiani.
Il nuovo allestimento, più moderno e accattivante, si è arricchito di numerose testimonianze, esposte per la prima volta. Le collezioni, dislocate in Castelvecchio, sono suddivise in tre sezioni: Preistoria e Protostoria, quindi lepoca romana e infine lAltomedioevo.
Gli oggetti esposti, che testimoniano compiutamente la ricchezza delle raccolte custodite nel Castello del Buonconsiglio, sono circa 600 e sono stati rinvenuti nel corso degli ultimi due secoli sul territorio trentino. Alcune vetrine, ideate dallallestitore Gigi Giovanazzi, presentano delle installazioni scenografiche che rievocano le situazioni originarie di ritrovamenti, come nel caso degli scavi di Ledro, dei forni fusori del Redebus e dei roghi votivi di Mechel. Il percorso prende avvio dai tempi dei cacciatori e raccoglitori del Mesolitico del VII-VI millennio a.C. Seguono vetrine dedicate agli sviluppi tecnologici e culturali delletà del Rame e si susseguono oggetti doro, attrezzi da lavoro, oggetti dornamento e armi simboli di potere e prestigio. Tra questi pugnali, spade, spilloni, collari e una splendida collana in ambra del XVI-XV secolo a.C., proveniente da una torbiera tra Cles e Tuenno. Particolarmente ricca la documentazione della stazione palafitticola di Ledro (XXII XIV a.C.). Una vetrina è dedicata a pregevoli statuette in bronzo che raffigurano, secondo i canoni etrusco-italici, Ercole in assalto, Guerrieri, Devoti e Marte
Nella sezione riservata allepoca romana spiccano alcune sculture in marmo di importazione ed una base di candelabro decorato con figure di leggiadri satiri danzanti: naturalmente grande rilievo è rivestito dalla Tavola Clesiana, la più importante tra le iscrizioni romane scoperta in Val di Non. E una tavola di bronzo sulla quale è inciso leditto dellImperatore Claudio del 15 marzo del 46 d.C. Si tratta di una sorta di condono con il quale veniva riconosciuta alle popolazioni alpine degli Anauni, Sinduni e Tulliassi la cittadinanza romana che da tempo, pur non avendone i diritti, si comportavano come romani a tutti gli effetti. LAltomedioevo è ben rappresentato da splendidi orecchini in oro e ametista della principessa di Divezzano, da un reliquiario, da un sacramentarium, da corredi funebri, da lucerne in ceramica con simboli cristiani. Il diffondersi del cristianesimo è testimoniato da preziose croci in lamina doro originariamente cucite sul velo dei defunti dellaristocrazia longobarda.
La sezione archeologica culmina nella sala dove è stato ricollocato un mosaico pavimentale del sacello dei Santi Cosma e Damiano del VI sec. d.C. proveniente dal Doss Trento e alcuni reliquari in argento e pietra. Un filo conduttore dellesposizione è costituito dagli oggetti di ornamento che se da un lato hanno seguito cambiamenti tecnologici, di gusto e di moda, dallaltro hanno sempre rivestito un ruolo simbolico fondamentale come segni di prestigio e potere.
organizzazione: Castello del Buonconsiglio Monumenti e collezioni provinciali