Inferno I e II parte

Teatro

Teatro del Lemming
Inferno I e II parte
Durata 115’
Con Isadora Angelini, Antonia Bertagnon, Luca Brinchi, Marco Cantori, Franco Cecchetto, Francesca Cola, Salvo Lo Presti, Elena Manfredi, Veronica Mulotti, Luca Serrani, Fiorella Tommasini, Roberta Zanardo
Assistenza tecnica Alessandro Gasperotto
Consulenza alla scelta dei testi poetici Marco Munaro
Assistenza e cura Roberto Domeneghetti
Musica e regia Massimo Munaro

I primi sette canti
i. il delirio della Selva;
ii. il soccorso di Beatrice;
iii. la porta dell’Inferno: gli ignavi;
iv. il limbo: i bambini mai nati/gli antenati;
v. i lussuriosi: Paolo e Francesca;
vi. i golosi: la profezia di Ciacco (le torri gemelle);
vii. avari e prodighi/iracondi ed accidiosi (in un campo di patate);
Se da un punto di vista psichico l’Inferno suggerisce infatti uno sprofondamento dell’anima nel regno dei morti, nel regno di Ade, del sogno e dell’inconscio - cioè in un luogo senza tempo - da un punto di vista etico esso ci riporta, invece, a domande basilari sul nostro tempo, sul regno del presente.
Per noi l’Inferno si costituisce come un regno psicologico di adesso (senza-tempo-eternamente-adesso), non come un regno escatologico di poi. Non è un remoto luogo di giudizio sulle nostre azioni, ma costituisce il luogo per giudicare ora le nostre azioni entro una riflessione interiore.
L’architettura Dantesca con i suoi 34 Canti ed i suoi infiniti episodi viene così ad essere il modello strutturale di un’Opera che vuole essere una libera e personale reinvenzione.

Fino a diciassette - dentro di te
viii. il traghettatore Flegias – Filippo Argenti/Gianni Agnelli;
ix. opposizione dei diavoli (le erinni) – indecisione di Dante;
x. entrata a Dite: le tombe degli eretici: ma io resto comunista;
xi. sosta: la struttura dell’Inferno (o dei quattro spettacoli);
xii. i violenti contro il prossimo: centauri (le frecce della pioggia);
xiii. La selva dei suicidi (appesi ai rami);
xiv. L’ospedale: Bestemmiatori (i malati);
xv. L’ospedale: i sodomiti: Brunetto Latini/Pier Paolo Pasolini (gli infermieri);
xvi. la corruzione d’Italia (Gianni d’Elia);
xvii. l’ospedale: gli usurai (i parenti) – il volo di Gerione.
Dentro DiTe, seconda parte del progetto sull’inferno dantesco, si avvale del contributo di dieci poeti italiani contemporanei.
Se leggere Dante è una sconvolgente esperienza emotiva ed estetica, oltre che una inesauribile avventura della mente, nessuno meglio dei poeti che ancora scrivono nella lingua di Dante, poteva restituirci, in fase di preparazione drammaturgica, la selva di passioni e di invenzioni formali dalla quale nasce l’opera.
La costruzione di ogni singolo Canto si è aperto poi all’intero patrimonio della poesia del novecento non solo italiano (qui i frammenti poetici usati, oltre a quelli di Dante, sono di Gianni Priano, Mariangela Gualtieri, Ferruccio Brugnaro, Pasquale Di Palmo, Marco Molinari, Amedeo Giacomini, Gianni D’Elia, Edoardo Zuccato, Fernando Pessoa, Pier Paolo Pasolini) per poi nutrirsi soprattutto, come sempre per noi, del lavoro dell’attore e del nostro personale immaginario.
Il viaggio prosegue dal sesto (eretici) al settimo cerchio (violenti) – prevede l’ingresso alla città di Dite.


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