Invisibili al nemico. Il mimetismo nelle guerre del Novecento. 1914-2000
Allestita tra dal prossimo luglio la mostra tocca il tema della trasformazione delluniforme del soldato parallelamente al mutare delle guerre del Novecento.
La necessità di rendere poco visibili i soldati, di farli scomparire alla vista del nemico, aveva costretto fino dal 1914 i comandi ad adottare al posto dell'uniforme policroma, un abbigliamento monocromo, l'uso di teli e di colorazioni mimetiche.
La seconda guerra mondiale ha confermato l'esigenza di mimetizzare i combattenti, soprattutto in condizioni ambientali e climatiche particolari: l'ambiente invernale, la giungla, il deserto africano. Oltre all'uniforme monocroma, si diffonde l'indumento mimetizzato, a macchie, soprattutto per reparti speciali.
Le guerre coloniali post 1945 vedono diffondersi l'uso della tuta mimetica indossata da truppe regolari e mercenarie in Africa e in Asia. Le guerre della fine del '900 - Balcani, Malvinas, Guerra del Golfo - portano a compimento questa trasformazione. Contemporaneamente, il mutare delle guerre comportava lesigenza di rendere visibile un "nemico" che poteva nascondersi non solo sul campo di battaglia ma anche nelle pieghe della società il dissidente, il partigiano, il guerrigliero, la spia, il sabotatore. Il miglior mascheramento risultava l'assenza di "mascheratura", di segni distintivi, tipica delle guerre civili, delle guerre irregolari, delle "nuove guerre" del nostro tempo. La mostra quindi offrirà anche una panoramica della trasformazione della guerra nel corso del Novecento e lattenzione in particolare su alcuni capitoli: la guerra arabo-israeliana, le guerre della colonizzazione, la "guerra fredda", le guerre balcaniche, la prima guerra del Golfo
organizzazione: Museo Storico Italiano della Guerra