Io vagabondo
É lo storico tastierista e già fondatore, nel 1963 con il mitico cantante Augusto Daolio, di uno dei gruppi più importanti della storia della musica italiana: i Nomadi. E della formazione originaria è l'unico membro rimasto in quella arrivata ai giorni nostri. Considerato dai fans il leader indiscusso del gruppo, Giuseppe «Beppe» Carletti è ad Arco lunedì 11 marzo a presentare il recentissimo libro scritto assieme al giornalista arcense Andrea Morandi «Io vagabondo. 50 anni di vita con i Nomadi» (Arcana edizioni, 2013). Al salone delle feste del Casinò municipale con inizio alle ore 20.30 e ingresso libero, presenti entrambi gli autori.
Beppe Carletti ha fondato i Nomadi nel 1963, quando aveva solo sedici anni. In cinquant'anni di carriera ha inciso trentacinque dischi e venduto quindici milioni di copie, ha registrato negli studi Abbey Road di Londra e in quelli di Sant'Anna di Modena, ha duettato con Francesco Guccini e Richie Havens, con Jovanotti e gli Inti Illimani, ha ricevuto i complimenti di Brian Wilson dei Beach Boys e di George Martin, ha suonato in Chiapas e in Amazzonia, a Gerusalemme e a Sarajevo, a New York e a Praga. Andrea Morandi, critico musicale e giornalista, scrive di musica per «la Repubblica» e «Il Venerdì» e di cinema per «Ciak». Nel 2010 ha pubblicato per Arcana il volume U2. The Name of Love.
«Io vagabondo» è il romanzo della straordinaria vita di un italiano normale, un uomo di umili origini partito da un piccolo paesino e arrivato a vendere 15 milioni di dischi, segnando un'epoca, incontrando Totò e Arafat, il Dalai Lama e Fellini, e riuscendo a tenere in vita il suo gruppo nonostante tutto e tutti. Nessuno come i Nomadi: il 2013 è lanno del mezzo secolo di attività del più longevo e inossidabile gruppo italiano di sempre. Unidea, una ragione e uno stile di vita, prima ancora che un complesso musicale. Fondati nel 1963 da Beppe Carletti e Augusto Daolio, i Nomadi sono ancora nel pieno delle proprie forze, come dimostra la recente pubblicazione di «Terzo tempo», nuovo album di inediti balzato subito in testa alle classifiche. La storia è ormai lunga cinquantanni, e ora Beppe Carletti la racconta in prima persona, con grande affetto e sensibilità, ripartendo dai gloriosi anni Sessanta, dal beat dei capelloni e dalle proteste studentesche, attraversando poi gli anni Settanta dellamicizia con Francesco Guccini e degli anni bui della contestazione, fino a giungere alla dolorosa scomparsa di Augusto Daolio, volto inconfondibile dei Nomadi e amico fraterno di Beppe, e alla rinascita degli ultimi due decenni, costellati da soddisfazioni, impegno e amore verso il proprio pubblico. Amore sempre ripagato. Non si finisce mai di essere Nomadi.
«Quando avevo nove anni il mio eroe non era Tex Willer dice Carletti nel presentare il libro ma il maestro della banda di Novi di Modena. Posso dire di aver iniziato a suonare la fisarmonica perché volevo diventare come lui, anche se non potevo certo pensare che avrei trascorso la mia intera vita su un palco. Ho cominciato a esibirmi all'oratorio e alle feste di paese, e in breve tempo sono diventato una sorta di giradischi ambulante: prendevo mille lire a esibizione, a patto che suonassi i successi del momento. Erano gli ultimi mesi del 1959, alla radio mamma ascoltava Domenico Modugno, mentre papà sfogliava le pagine dell'Unità cercando di capire gli oscuri motivi che avevano spinto il segretario generale del Partito comunista dell'Urss, Nikita Kruscev, a incontrare il presidente americano Eisenhower. Io vivevo tutto come una continua scoperta, con le stagioni che si alternavano senza sosta e l'attesa della primavera quando, di nascosto, mi affacciavo per ascoltare l'orchestra della sala da ballo di Novi. Si chiamava Pian delle Stelle e per me aveva lo stesso profumo dei sogni. Poi, una sera di nebbia del gennaio del 1963, in un locale di Trecenta, in provincia di Rovigo, feci la conoscenza di un tipo magro come un chiodo, con un accenno di barba e un paio di occhialoni sul naso. Il suo nome era Augusto».
La proposta è a cura dell'assessorato alla cultura del Comune di Arco in collaborazione con AMSA, Azienda municipale Sviluppo Arco SpA.