Iphoneography

Mostra fotografica

Immagini fine art di Luca Chistè a cura di Eva Lavinia Maffei
Inaugurazione domenica 30 settembre ore 10.30 presso Hortus Artieri, vicolo dei Birri, 7 Trento
Sarà presente l'autore

Ora che il mondo del digitale ha ampiamente trasformato il valore della fotografia e ha dato più mezzi a tutti per “immortalare” le nostre visioni e anche maggiori possibilità dal punto di vista della post produzione, abbiamo ancor più bisogno di fotografi come Luca Chistè, che, con la maestria di chi ha studiato le più sofisticate tecniche di fotografia analogiche e digitali, riesce a sorprenderci con una qualità davvero superiore, che non è però derivata dallo scatto previsualizzato, meditato, ricercato, tipico delle riprese large format, a cui l'autore si dedica da molto tempo, bensì da un rapporto molto più diretto e spontaneo, smart, che poco ha, all’apparenza, di razionale e costruito.
Le 31 stampe della rassegna, raccolte in alcuni macroargomenti, sono il frutto di un occhio allenato e di un amore profondo per l’immagine, coltivato incessantemente e sempre rifertilizzato con nuove sperimentazioni. La qualità raffinata e sapiente della post produzione e della stampa ha creato delle immagini che restituiscono il piacere di vedere le cose nella loro bellezza reale, riportandoci a un valore estetico autentico, umano e facilmente condivisibile.
Benvenga dunque tutta l’evoluzione che la fotografia di pronto utilizzo ha avuto dalla “vecchia” Polaroid - ad oggi rinata con pellicole di altro brand e modalità di produzione e, fortunatamente, ancora utilizzata - , che ci permetteva di vedere, ma anche di regalare a qualcuno, subito, la fotografia che avevamo scattato.
Ed ecco l’altro valore dell’iphoneography, l’immediata possibilità di condivisione delle nostre visioni, che attraverso lo sharing diventa uno dei modi di comunicare più diretto, che può avvalersi di pura fotografia, ricca di elementi simbolici, quegli archetipi che esprimono, per noi, il nostro sentire.

Nella prospettiva che qui interessa - spiega l’autore - l’acting out, sostituzione dell’azione al pensiero, è rappresentato da un processo che si realizza in pochissimi istanti: sono attratto ed osservo una determinata realtà, ne colgo immediatamente ed irrazionalmente il potenziale espressivo e la sintetizzo nella mia “profetica” visione mentale. -

Nell’era digitale, in cui la fotografia è diventata definitivamente fenomeno di massa, c’è quindi ancora spazio per chi ha sviluppato un rapporto privilegiato e profondo con essa e questa rassegna ne è chiara dimostrazione.
E.L.M. | settembre 2012 | ©


organizzazione: Hortus Artieri Associazione di promozione sociale