Italo Bressan, Gianluigi Rocca. Da l'ombre e lumi

Mostra

Attraverso un inedito incontro tra i lavori di due artisti molto distanti tra loro, sia per le scelte tematiche sia per gli elementi concettuali ai quali essi fanno riferimento, la mostra "Da l'ombre e lumi" vuole rilanciare il pretesto puramente formale

Il bianco vuoto d'un foglio di carta, la superficie piana d'una tela, d'una tavola di legno o d'una lastra di vetro, possono accogliere un'infinita quantità di episodi, di passaggi, di effetti. La luce possiede le cose "d'un colpo solo", uniformandole al piano, inglobandole con la medesima integrità con la quale agisce il suo contrario, il buio, l'oscurità. Al contrario, la molteplicità delle aperture, la rincorsa intermittente del pieno e del vuoto, la discontinuità del tratto e la sua mobilità, compromettono la stasi luminosa al pari della densità del buio, ed infrangendole, aprono lo spazio alla visione.

Attraverso un inedito incontro tra i lavori di due artisti molto distanti tra loro, sia per le scelte tematiche sia per gli elementi concettuali ai quali essi fanno riferimento, la mostra "Da l'ombre e lumi" vuole rilanciare il pretesto puramente formale (la tecnica del chiaro-scuro) dal quale ha preso avvio tale "dialogo", verso una dimensione linguistica ed espressiva rinnovata ed imprevista.

Dunque, non solo messa in evidenza del rapporto dialettico tra bidimensionalità e rilievo, tra superficie e volume, linea e colore nella definizione di uno spazio (sia esso oggetto, luogo, segno, traiettoria) ma anche emersione di quella discontinuità e della dialettica irrisolta ed enigmatica che l'immagine è in grado di insinuare nello spettatore: il legame sorprendente e non codificabile che unisce obliquamente il dato visivo alla sua rielaborazione mnemonica, la definizione dell'oggetto alla percezione della sua assenza, la dimensione del tempo a quella dell'atemporalità