Itinerari Folk 2004
Il folk, la musica tradizionale o etnica rimandano al concetto di identità, un valore che sta acquistando nuovi significati e importanza proprio nell'epoca che è dominata da processi che minano le specificità culturali e che inducono fenomeni di omologazione in funzione delle logiche economiche dei mercati. Il mondo che è diventato, come si dice, più piccolo ci offre sempre nuove opportunità di conoscere i valori delle innumerevoli civiltà umane e le espressioni artistiche rappresentano un modo affascinante per avvicinarsi a tante diversità. La circolazione delle persone e i fenomeni di immigrazione verso i paesi più sviluppati stanno veramente mescolando le nostre comunità che si stanno lentamente trasformando con percorsi non sempre facili.
AI di là di fenomeni come la "world-music", che discende dalla logica della globalizzazione dei mercati culturali, si può osservare in generale che tra i musicisti che muovono da radici etniche è sempre più diffusa la ricerca di contaminarsi, di incontrare la diversità da sé, di imparare linguaggi diversi, in forme non sempre strumentali alla vendita di un prodotto, ma per un'esigenza diciamo esistenziale oltre che per abbeverarsi a nuove fonti di ispirazione. In questo quadro si colloca soprattutto il dialogo tra generi musicali; jazzisti e rockettari che si appropriano dei linguaggi tradizionali e popolari, e al contrario musicisti folk che introducono nei propri repertori l'improwisazione, sonorità elettriche o ritmiche particolari. Un'altra dimensione è quella dell'incontro tra musiche etniche: si tratta spesso di uomini e donne che affermano le loro radici lontano da casa e che vivono positivamente e quasi naturalmente il rapporto con le tradizioni del paese che li ospita. In molti casi mescolare le culture a partire dalla propria identità è un'occasione veramente creativa. Gli esempi di queste "fusion" sono innumerevoli e non di rado i risultati sono esteticamente apprezzabili, in taluni casi entusiasmanti. Irlandesi e algerini, scozzesi e cubani, bretoni e rumeni, marocchini e calabresi hanno trovato strade convincenti per armonizzare le rispettive peculiarità musicali e strumentali, dimostrando che l'epoca delle frontiere è veramente finita. Si può dialogare, senza rinunciare alla propria identità, anche a partire dagli elementi più eterogenei e distanti tra loro, e la musica lo dimostra.
Venerdì 2 luglio
Giardino del Centro S. Chiara
Carlo Rizzo, Norbert Pignol, Michel Mandel (Francia)
Etno-jazz
Sabato 3 luglio
Giardino del Centro S. Chiara
Orchestra Dei Miracoli
Saggio dei Laboratori di Musica popolare
Lunedì 5 luglio
piazza Cesare Battisti
Musicalia (Campania)
Incantamenti
Martedì 6 luglio
piazza Cesare Battisti
Birkin Fusion & Alberto Massi (Italia)
Celtic fusion
Mercoledì 7 luglio
piazza Cesare Battisti
Earth Wheel Sky Band (Serbia-Voivodina)
Gypsy metropolitano
Venerdì 9 luglio
piazza Cesare Battisti
Franca Masu & Quartetto Kalamata (Italia-Sardegna)
Alguìmia
Giovedì 15 luglio
Contrada Larga, via Belenzani
Ljiljana Buttler & Mostar Sevdah Reunion (Serbia-Bosnia)
Anima Gypsy
Martedì 20 luglio
Giardino del Centro S. Chiara
Lo Cor de la Plana (Francia-Provenza)
Polifonie occitane
Mercoledì 21 luglio
Giardino del Centro S. Chiara
Hamilton De Holanda Quartet (Brasile)
Mandolino
Giovedì 22 luglio
Giardino del Centro S. Chiara
Trio Amaro/Janos Hasur & Aleksey Asenov (Italia-Ungheria-Bulgaria)
Roots of Klezmer e Balkan-jazz
Venerdì 23 luglio
Giardino del Centro S. Chiara
Mont-Joia (Francia-Italia)
Occitania
Tutti gli spettacoli sono ad ingresso libero ed avranno inizio alle ore 21.30
Consulenza artistica e testi di Mauro Odorizzi
organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara - Provincia Autonoma di Trento - Comune di Trento