Itinerari jazz a Trento e Rovereto 2003. marzo-aprile

18ª edizione 10 marzo - 12 aprile
La produzione jazzistica degli ultimi anni sembra faccia fatica a ritrovarsi in una sua precisa identità, come se quella forma musicale chiamata Jazz, nata dall’incontro tra la musica colta europea e le strutture ritmiche africane, si stesse trasformando, quasi dissolvendo in qualche cosa di nuovo e di diverso. E’ come se fosse venuto a mancare un “filo conduttore” che riesca a testimoniare gli aspetti più caratterizzanti, gli elementi identitari, di questa musica da sempre “diversa”.
Questa assenza di unitarietà nelle linee evolutive del jazz crea animate quanto inutili contrapposizioni tra i fautori delle stile “vecchio “ e i propugnatori di quello “nuovo“, a proposito delle quali Joachim Berendt si sentì in dovere di affermare: “ Desideriamo presentare il Jazz, come unità esente da fanatismi e da beghe settoriali… perché questi fanatismi hanno sempre rappresentato un’ipoteca gravosa per il Jazz, in ogni fase della sua evoluzione. Il Jazz è sempre stata una musica eclettica, e mai così eclettica come adesso.”
L’edizione 2003 di Itinerari Jazz fa propria questa visione unitaria dell’eclettismo e presenta una serie di musicisti in cui il “vecchio” ed il “ nuovo “, la tradizione e l’avanguardia, coabitano felicemente senza stridore, movendosi verso un unico obiettivo che è il documentare quanto di più significativo emerge in questo periodo storico nell’ambito della musica improvvisata.
Il Klezmer cubano di Roberto Rodriguez, lo straordinario momento creativo di Wayne Shorter, il rigore e la coerenza della produzione musicale di Tim Berne e dell’Art Ensemble of Chicago sono le proposte provenienti dal mondo americano, alle quali si affiancano quelle tipicamente europee di John Surman, John Warren, Franco D’Andrea ed Erst Reijseger, e che insieme formano un unicum pieno di policrome, di sfaccettature nelle quali però, a dispetto dell’apparenza, non è difficile rintracciare il nesso unificante.
Vincenzo Costa