Jairo Valdati. Memorie di un naturalista romantico

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In una insolitamente matura congiunzione di esperienze, la poetica di Jairo Valdati armonizza questo tipo di idealismo con la sua storica opposizione naturalistica.

La prima ragione di poesia per Wordsworth è quella celebre delle emozioni ricordate in tranquillità (« emotions recollected in tranquillity »): emozioni cercate, desiderate per necessità intima. Le sensazioni sono recepite tramite un'avventura dello spirito, ossia il contatto non mediato e impari e impetuoso con la natura e i suoi elementi, infine le emozioni raccolte sono dispiegate in ideale solitudine, dipanate con passione, decifrate e messe in ordine, almeno tanto quanto sia possibile a un animo romantico.
La creazione è in due movimenti: il primo è l'esporsi all'attacco, alla forza della natura e delle sue misteriose simmetrie, il secondo è il ritrarsi coerente; c'è il passaggio della soglia e c'è la volontà di ricordarlo, traducendolo in unità di senso amiche, rassicuranti. Uno: ricerca del sublime; due: protezione dal sublime. Il secondo movimento è il tentativo di riportare quelle stesse emozioni a noi, al di qua dell'ineffabile, al riparo dall'esperienza liminale.
In una insolitamente matura congiunzione di esperienze, la poetica di Jairo Valdati armonizza questo tipo di idealismo con la sua storica opposizione naturalistica. Fondendo gli opposti, la suggestiva instabilità romantica trova infine compimento in un terzo movimento: quello dell'osservazione partecipante, grazie alla quale la suggestione si fa sistema mentre la scientificità naturalistica diventa emozione condivisa e aggetta dal taccuino come una struttura di segni parlanti. Che raccontano essenzialità ed emozione, ossia tutto ciò che è vita e solo ciò che è vita e nient'altro. Proprio la ragione che spinse Thoreau ad andare nei boschi (per vivere in saggezza e profondità, per sbaragliare tutto ciò che non era vita) è la stessa ragione che ci trattiene a pensare nei giardini di Jairo Valdati.