Joshua Redman Elastic Band (Usa)

Musica jazz

Itinerari jazz a Trento e Rovereto 2005

Joshua Redman sax
Sam Yahel tastiere
Mike Moreno chitarra
Greg Hutchinson batteria

Si è molto parlato, negli ultimi tempi, di una nuova dimensione espressiva raggiunta da Joshua Redman, della maturazione di una consapevolezza e profondità creativa da parte del sassofonista tenore oggi trentaseienne. Figlio del grande Dewey, che associò il suo sax tenore alle imprese musicali di Ornette Coleman e poi di Keith Jarrett negli anni Sessanta e Settanta, Joshua emerse nei primi anni Novanta, poco più che ventenne, tra i giovani leoni della scena contemporanea. Una generazione molto ferrata sotto il punto di vista tecnico, ma non sempre in grado di esprimere cose nuove e originali. Giunto alla professione di musicista quasi per caso, dopo aver vinto il premio Thelonious Monk mentre ancora seguiva gli studi giuridici all’Università di Yale, il giovane Redman aveva subito collezionato una serie di collaborazioni importanti con Elvin Jones, Pat Metheny, Charlie Haden e la Mingus Dinasty orchestra. Quasi contemporaneamente sono arrivate le registrazioni come titolare, tra cui l’interessante “Wish” del ’93, effettuata con Metheny, Haden e Billy Higgins alla batteria. Essere leader a ventiquattro anni di un gruppo di tale calibro, con due ex compagni di Ornette, non è cosa da poco. Questo e i successivi lavori gli hanno procurato un vasto apprezzamento, al punto che qualcuno parlava di lui come del “tenor of our time”, il tenore di oggi. Le collaborazioni con altri talenti della scena contemporanea, come il batterista Brian Blade e il pianista Brad Mehldau, hanno ulteriormente stimolato la sua vena solistica e compositiva, sviluppata in alcuni dischi acustici di buona fattura. Ma è l’incontro con il tastierista Sam Yahel, negli ultimi anni Novanta, che fa maturare in lui il desiderio di esplorare nuove direzioni, di spingersi oltre la musica praticata fino a quel momento, approfondendo per un verso il rapporto tra composizione e improvvisazione, per un altro allacciandosi alle prolifiche stagioni del jazz elettrico e del funky, inglobando nel progetto denominato “Elastic” le influenze dei Weather Report e di Jimi Hendrix insieme a quelle di James Brown e Stevie Wonder. Ma non dimenticando la musica di Ornette, scandagliata dall’altro progetto condotto insieme a Bobby Hutcherson e altri ottimi solisti di San Francisco, nell’orchestra denominata SF Jazz Collective.

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• Il giorno del concerto a partire dalle ore 19.30 presso la Cassa dell'Auditorium (tel. 0464 452540)