Kaukalias
Uno spettacolo teatrale liberamente tratto da «Il gabbiano» di Cechov racconta la vita di una decina di persone, artisti o aspiranti tali, che per strane coincidenze si trovano a vivere assieme e isolati in una casa di campagna. La loro convivenza permette, grazie all'incrocio delle loro vite ed esperienze, di affrontare temi come il ruolo del sogno, dell'arte e dell'uomo nel 2014. Lo spettacolo, dal titolo «Kaukalias. Quando volare vuol dire vivere», va in scena venerdì 16 maggio nella nuova struttura per giovani «Cantiere 26» (in via Caproni-Maini, accanto alla scuola musicale) con inizio alle ore 20.45 e ingresso libero.
La proposta è dell'assessorato alle politiche della socialità e giovanili del Comune di Arco e del centro giovani «Cantiere 26». Lo spettacolo è portato in scena dalla compagnia «Evoè teatro» per la regia di Alessio Nardin, con Alessandro Bianchi, Nastassia Calia, Emanuele Cerra, Paolo Malvisi, Marta Marchi, Moreno Petroni, Clara Setti.
Disegno e luci di Luca Brun; fotografia e video di Marco Leopoldo Pieropan; suono e musiche di Lorenzo Zanghielli; supervisione costumi di Anna Cerbaro e Sara di Lucia; progetto grafico di Elena Turodache.
Evoè!Teatro - Kalambur Teatro
Kaukalias
Quando volare vuol dire vivere
"Come? Tutto sarebbe solo umano, troppo umano"
Friedrich Nietzsche
regia di Alessio Nardin
con Alessandro Bianchi, Nastassia Calia, Emanuele Cerra, Paolo Malvisi, Marta Marchi, Moreno Petroni, Clara Setti
disegno luci: Luca Brum
proiezioni e video: Marco Leonardo Pieropan
suono e musiche: Lorenzo Zanghielli
supervisione costumi: Anja Tavernini
progetto grafico: Elena Tudorache
Lo spettacolo è liberamente tratto da "Il gabbiano" di A. P. Cechov. La libertà non consta nel re-interpretare l'autore: il genio non si può interpretare, si può solo manifestare e da questa epifania si può solo apprendere. La libertà è stata posta nell'universalità ed attualità dei singoli temi delle "persone" presenti ne "Il gabbiano". La vita di una decina di persone si interseca continuamente attorno ad un contesto famigliare: un gruppo di artisti, o aspiranti tali, si ritrova, per una serie di coincidenze, isolato in una casa di campagna. L'incrociarsi delle loro vite concrete mette in evidenza interrogativi condivisi tra i vari protagonisti: la necessità dell'arte nella vita dell'uomo, la necessità del sogno ispiratore nell'arte, la necessità di avere un sogno nella vita per la sua stessa essenza. Temi che animano il testo come un fiume carsico, un filo conduttore che collega tra loro vite ed esperienze diverse; un pretesto per interrogare attori e spettatori sul ruolo del sogno, dell'arte e dell'uomo nella società contemporanea del 2014.
Lo spettacolo si basa sull'unicità di ogni replica che cambia in funzione dello spazio architettonico a disposizione e del pubblico presente trasformandoli in un nuovo e diverso spazio scenico, dove attori e spettatori sono sullo stesso piano e condividono insieme l'azione.