Kawai a Ledro
9-11-14-17-21 agosto, 28 dicembre
Al quinto anno, Kawai a Ledro allarga il quadro degli autori e degli stili musicali raccontati attraverso gli 88 tasti bianco-e-neri del pianoforte. Gli interpreti, tutti -tranne una- ospiti per la prima volta allappuntamento di spicco nellofferta ledrense e qualificante tra i numerosi eventi culturali trentini, hanno dato ulteriore senso alla partecipazione con programmi privi di ammiccamenti o di sconti artistici; fiduciosi nellidoneità e curiosità del pubblico. I concerti sono disegnati in libertà, e privi di obblighi celebrativi - lunico 250enario rievocato è quello della morte di Georg Friedrich Händel. Raccontano capitoli importanti della storia della letteratura pianistica partendo dal barocco (e offrendo, ad esempio, tre significative immagini prospettiche di un protagonista assoluto come Franz Liszt) e allo stesso tempo offrono plausibili ritratti musicali dei solisti che li hanno concepiti. Leggere le locandine è un modo per conoscerli prima ancora che suonino.
Così il patrimonio di conoscenze e di predilezioni di Paolo Bordoni è compendiato dallimpaginato che apre la rassegna. La serata inizia in modo sommesso: con una disimpegnata pagina di Beethoven accostata alla prima (non meno spiritosa) delle 32 Sonate ufficiali, dedicata come le altre due dellop.2 al dottore in musica Franz Joseph Haydn (cui furono fatte ascoltare dal non regolare allievo nel marzo 1796, a ridosso della pubblicazione ufficiale). Si concede un diversivo con gli umori arcani della Suite bergamasque, la più importante composizione del primo Debussy, poi si dedica a tre non ordinarie trascrizioni operistiche di Liszt: omaggio al virtuosismo non ornamentale dautore, spia delle passioni suscitate dai titoli verdiani anche fuori dal mondo dellopera, e dellinteresse dellinterprete per il teatro musicale.
Levità, mistero e brillantezza marcano il programma di Anna Kravtchenko (Premio Busoni 1992). Larco musicale salda la più arcana Fantasia di Mozart a un gruppo di Preludi chopiniani segnati da magistrali differenziazioni di carattere e forma: si passa dalle tinte notturne di quello in Fa diesis minore, alle malinconie quasi lugubri del Re bemolle, al romanticismo acceso dal Fa minore. Al centro la terza e ultima Sonata di Brahms: cinque tempi, tre veloci e due lenti; nel brano di grande suggestione e poesia si ama vedere anche una sorta di autoritratto dautore.
La dichiarazione pianistica di Roberto Plano passa attraverso un tracciato deciso. I trasalimenti intimisti della Sonata in La minore di Schubert, avvio dellultima stagione compositiva (coeva della Sinfonia Incompiuta) sono messi vicino ai tre quadri iniziali della seconda serie - dedicata allItalia e ai suoi capolavori darte e ambiente - di Années de pèlerinage di Liszt. Chiudono le atmosfere cupe, barbaglianti e quasi espressioniste dellaffascinante pezzo di Bartók: uno degli insostituibili anelli di congiunzione tra Beethoven e il novecento sonatistico.
Che sia un autoritratto, seppure condiviso e patrocinato da Johann Sebastian Bach, il programma di Andrea Padova lo proclama con evidenza. Pianista-compositore-improvvisatore, Padova ci racconta la predilezione per la Kantor, suonando una suite magnificamente variegata, lOuverture nello stile francese, quindi prolungandone leco musicale intessendo - anzi interludiando - alcuni delicati pezzi dautore con altrettanti brani suoi, calamitati dalla semplice genialità degli originali bachiani.
Ancora alla grande letteratura preclassica, è dedicato lavvio di Giuseppe Andaloro (Premio Busoni 2005), con unomologa composizione di Händel cui fa da bilanciamento spettacolare la grandiosa Rapsodia lisztiana che lo conclude. Al centro la folgorante e teatralissima sintesi del famoso (e sfarzoso) balletto omoimo di Prokofiev, forse la composizione pianistica dautore più celebre e avvincente.
Laltro grande tastierista-compositore nato nel 1685, come Bach e Händel, è Domenico Scarlatti. Loriginale mercurialità strumentale, gli umori scapricciati e spagnoleggianti e il magnetismo armonico delle sue Sonate polarizzano il programma di fine anno, ospite il versatile jazzista Enrico Pieranunzi. In un vivido gioco di specchiamenti, schegge di temi originali settecenteschi risalgono velocemente i secoli, e il barocco adesca linventiva jazz: gli staccati clavicembalisti diventano staccati da ragtime, i legati e le pedalizzazioni creano un dialogo elettrizzante eppure naturale tra gli estri smodati scarlattiani e la creatività dellinterprete/autore di cui svelano leclettico virtuosismo.
Angelo Foletto
domenica 9 agosto
Paolo Bordoni pianoforte
BEETHOVEN
Variazioni su God Save the King WoO 78
Sonata in fa minore op.2 n.1
DEBUSSY
Suite Bergamasque
LISZT
Tre trascrizioni da Giuseppe Verdi
martedì 11 agosto
Anna Kravtchenko pianoforte
MOZART
Fantasia in re minore KV 397
BRAHMS
Sonata n.3 in fa minore op.5
CHOPIN
dai Preludi op.28 : nn. 13-18
domenica 14 agosto
Roberto Plano pianoforte
SCHUBERT
Sonata in la minore D 784
LISZT
Sposalizio - Il Penseroso - Canzonetta del Salvator
Rosa
BARTÓK
Sonata
lunedì 17 agosto
Andrea Padova pianoforte
BACH
Ouverture nello Stile Francese BWV 831
BACH/ANDREA PADOVA
Preludi e Interludi
venerdì 21 agosto
Giuseppe Andaloro pianoforte
HÄNDEL
Suite in mi minore HWV 438
PROKOFEV
Romeo e Giulietta,suite op 75
LISZT
Rapsodia ungherese n. 2
lunedì 28 dicembre
Concerto straordinario di Natale
Enrico Pieranunzi
DOMENICO SCARLATTI & IMPROVVISAZIONI JAZZ
organizzazione: Unione dei Comuni della Valle di Ledro