L'amore
Lunedìcinema
40 anni senza Anna Magnani
Italia, 1948
Titolo originale: L'amore
Genere: Drammatico
Durata: 78'
Regia: Roberto Rossellini
Cast: Anna Magnani, Sylvia Bataille, Lia Corelli, Gabrielle Fontan, Jucci Kellerman
Film composto da due parti molto differenti tra loro: la prima, Una voce umana, ambientata nel chiuso d'una stanza da letto, la seconda, Il miracolo, prevalentemente all'aperto, tra le asperità della Costiera Amalfitana, e precisamente tra Maiori e Furore. Al di là del vago riferimento alla tematica amorosa (per altro svolta in maniera molto dissimile nei due episodi), l'unico trait d'union è in realtà l'intensità drammatica della prestazione interpretativa di Anna Magnani, attorno alla cui personalità sono cuciti su misura i personaggi femminili protagonisti delle due vicende.
Una voce umana: L'episodio è privo di una vera e propria trama: l'unica attrice presente in scena è Anna Magnani, chiusa nella sua stanza impegnata in continue telefonate con l'ex amante che l'ha lasciata per un'altra donna. Tra attese snervanti e crisi di pianto, pregando che il telefono squilli o che il campanello suoni recando notizie dell'amato sfuggente, il fascino della pellicola si fonda su un'atmosfera chiusa, pesante e claustrofoba e si regge in gran parte sulle doti espressive della Magnani, quasi sempre in primo piano.
Il mieacolo: Nannina (Anna Magnani), una pastorella ingenua e religiosamente invasata, incontra sulle pendici della penisola sorrentina uno sconosciuto biondo e barbuto (Federico Fellini), che scambia per San Giuseppe. Approfittando del vino bevuto dalla donna, il vagabondo ne approfitta per metterla incinta durante il sonno di lei. Al risveglio Nannina non trova più nessuno accanto a sé, fatto che accresce in lei la sensazione del "miracolo". Si avvede della gravidanza solo dopo essere svenuta in mezzo alle compaesane, davanti alle quali si giustifica affermando esser stata graziata dal Signore. Ovviamente non viene creduta e da quel momento diventa ancor più lo zimbello del paese, tra prese in giro crudeli e lanci di ortaggi ai suoi danni, come quando viene portata ironicamente in processione. Stanca ed amareggiata dai maltrattamenti, decide di lasciare il borgo per rifugiarsi nelle grotte circostanti. Dopo essere rimasta in isolamento per un tempo imprecisato, si accorge che il momento del parto è vicino: riparte quindi alla volta del paese in cerca di aiuto, percorrendo scaloni di pietra assolati con la sola compagnia di una capretta. Giunta alla chiesa non vi trova nessuno, ma riesce comunque ad entrarvi per dare alla luce la sua creatura
organizzazione: AltoGardaCultura - ARCI Altogarda Francesco Monti e centro culturale La Firma