L'era de magio, se daverzeva la stagion dei fiori
Compagnia "Argento Vivo" di Cognola
L'era de magio, se daverzeva la stagion dei fiori
di Elio Fox
Lamore è un sentimento dolcissimo, ineffabile e indispensabile. Dicono che il vero amore non abbia bisogno di parole ma si nutra di sguardi, sospiri, atmosfere. Renderlo vivo, palpabile, raccontarlo con parole semplici, di tutti giorni, non è cosa facile: Elio Fox ci è riuscito.Con un racconto delicato e tenero ha saputo trasfondere nel testo la magica semplicità di un incontro danime. È emozionante scorgere le sfumature del sentimento che nasce, cresce e prende vita, come per magia, nel dialogo ingenuo e semplice dei due protagonisti, capaci di rendere leccezionalità della normalità. È uno splendido lavoro corale di malinconica speranza che si svolge sulla scena per mezzo di un sottile gioco di quadri e della voce narrante del figlio.È la storia di suo padre Tilio, mai conosciuto perché chiamato al fronte della seconda Guerra Mondiale prima che lui nascesse e mai più ritornato, e di sua madre Rosa; del loro incontro e del loro amore, forte e limpido, nato per incanto, espressione, nella sua semplicità disarmante, di una forza rivoluzionaria capace di affermarsi al di sopra di tutto: la potenza del puro sentimento.Gli altri personaggi incorniciano la storia di relazioni vere e profonde sullo sfondo della Storia con la esse maiuscola, quella della tragedia che ci accomuna della seconda guerra mondiale, in cui fanno da coro gli amici del bar, osti e compagni di briscola, rappresentati nella realtà di tutti i giorni dei piccoli paesi del Trentino di allora. A sorreggere lo svolgersi dellincontro le belle figure delle madri, di lui e di lei, che seguono con tenerezza lo sviluppo della vicenda.