L’idioma di Casilda Moreira
Lo scrittore argentino Adrian Bravi presenta la lingua perduta della Patagonia
Vincitore con questo romanzo del prestigioso Premio Comisso, arriva in prima presentazione in Trentino, lo scrittore argentino Adrian Bravi, autore di un libro curioso ed intrigante.
Adrian Bravi, nato a Buenos Aires, ha scritto con ‘L’idioma di Casilda Moreira’ uno dei più originali romanzi degli ultimi anni, la cui lettura ci è stata caldeggiata dagli amici e colleghi della Modusvivendi Libreria di Palermo. Dopo averlo letto anche noi, non potevamo non invitare il suo autore che oggi vive a Recanati, dove fa il bibliotecario.
Il racconto, al centro di ‘L’idioma di Casilda Moreira’ ( Exòrma Edizioni ) sospeso nella luce della sconfinata pianura argentina, prende la forma di un viaggio ed è un viaggio verso una lingua più che verso un luogo, anche se il luogo c’è ed è lontanissimo.
Un professore di etnolinguistica da qualche tempo ha un’ossessione che non lo lascia dormire: racconta ai suoi allievi che in una zona remota tra la Patagonia e la pampa argentina vivono gli ultimi due persone capaci di parlare un’antica lingua che si credeva scomparsa (l’idioma degli indios günün a künä). I due custodi di quella lingua però, Bartolo e Casilda, non si rivolgono la parola da tanti anni, per via di una lite amorosa che hanno avuto da giovani. Da allora quella lingua se la tengono stretta nella testa. Come fare per impedire che si perda per sempre? Un allievo del professore decide allora di raggiungere Kahualkan, un piccolo villaggio in mezzo alla pampa, alla ricerca dei due indios. Proverà a metterli insieme, registrare una loro conversazione e recuperare così quel che si può di quell’idioma magico e ancestrale.
Adrián Bravi è nato a San Fernando, in provincia di Buenos Aires, in una casa accanto al fiume Luján che si allagava spesso per via delle inondazioni.
Ha vissuto in vari quartieri di Buenos Aires ed alla fine degli anni ’80 si è trasferito in Italia per proseguire i suoi studi. Si è laureto in Filosofia a Macerata e attualmente lavora come bibliotecario presso la stessa università.
Nel 1999 ha pubblicato il suo primo romanzo in lingua spagnola e dopo alcuni anni ha iniziato a scrivere in italiano.
Ha pubblicato romanzi, articoli e racconti su varie riviste e antologie (il Reportage, Robinson di Repubblica, L'accalappiacani, In pensiero, Crocevia, Almanacco ).
In un suo saggio, La gelosia delle lingue, affronta con costanti raccordi autobiografici il tema dello scrivere in una lingua diversa da quella di nascita.
Ha vinto alcuni premi tra cui la prima edizione del Premio Bookciak, Azione! (2012), il Premio Bergamo (2014).
I suoi libri sono stati tradotti in inglese, in francese, in spagnolo e in arabo.
Vive a Recanati.
Tra le sue opere ricordiamo :
Restituiscimi il cappotto (Fernandel 2004), La pelusa (Nottetempo 2007), Sud 1982 (Nottetempo 2008), Il riporto (Nottetempo 2011), L’albero e la vacca (Feltrinelli 2013), L’inondazione (Nottetempo 2015), Variazioni straniere (racconti, Eum, 2015), La gelosia delle lingue (saggi, Eum, 2017).