L'individuo e il tutto

Convegno

L'individuo

Nella visione del cristianesimo la caduta nel divenire avviene a causa di una infrazione da noi deci-sa contro la beatitudine. Si tratta di una caduta reale, in cui noi siamo realmente divenuti individui conflittuali. Così è per la precedente idea dell’età dell’oro (a cui il cristianesimo ha attinto), abban-donata dall’umanità e dal mondo. In queste concezioni la responsabilità della caduta deve essere as-sunta dai caduti. Essi devono ricuperare l’unità perduta, la beatitudine primigenia.

Nella visione di Buddha, Sankara, Parmenide, Eckhart non esiste alcuna caduta e alcuna colpa. L’ignoranza si aggira eterna e, come un’ombra irriducibile, opera una magico sortilegio, frantuma la verità in una miriade di individui conflittuali. Ma questa trasformazione è una illusione, come l’ignoranza stessa, l’illusione suprema. Non si tratta di ripristinare uno stato primigenio, ma di rico-noscere che l’ignoranza è la nostra fonte.

Dove esiste distinzione c’è guerra. Dove c’è un soggetto che sta di fronte a un oggetto, dove il sog-getto vede e conosce l’oggetto o lo fugge, qui siamo nella manchevolezza. Quindi il tutto può essere pensato non più dal pensiero basato sulla separazione fra chi pensa e il pensato, bensì nell’eclissi del pensiero, perché il pensiero è separazione.

Mistica significa unione dell’individuo col tutto. La mistica è esperienza diretta e non comunicabile, al di là del pensiero; è distacco dalla conoscenza sensibile e razionale, dall’individualità.


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