La Grande Guerra meschina

Uno spettacolo teatrale rivolto alle Scuole (ma non solo)

Teatro di Prosa
[ Istitut Cultural Ladin - Museo Ladin de Fascia]

In occasione della mostra “1914-1918 La Gran Vera. La Grande Guerra: Galizia, Dolomiti” allestita presso il Teatro Navalge di Moena, l’Istituto Culturale Ladino ha presentato il progetto “Didattica della Grande Guerra”, proponendo una serie di percorsi e laboratori rivolti all’utenza scolastica.

A conclusione dell’anno scolastico 2014/2015, vedendo l’ampia partecipazione e l’interesse dimostrati dagli studenti e dai docenti della Scuola Ladina nei confronti delle proposte formative dei Servizi Educativi del Museo, l’Istituto Culturale Ladino vuole coinvolgere ulteriormente gli alunni della valle con un evento dedicato prevalentemente, ma non solo, a loro.

Lunedì 25 maggio, infatti, sarà messo in scena lo spettacolo di narrazione e musica dal titolo La Grande Guerra Meschina scritto e diretto da Alessandro Anderloni, un differente modo di riflettere su questo tragico evento, considerando temi più nascosti, che sicuramente susciteranno forti emozioni negli spettatori. La rappresentazione illustra, infatti, un aspetto poco noto della guerra, le diserzioni, l’autolesionismo e la contestazione dei soldati contro le autorità e i loro comandanti.

Grazie alla collaborazione con la Scuola, lo spettacolo avrà luogo presso il Teatro Oratorio di Pozza: una prima rappresentazione verrà messa in scena la mattina alle ore 09.15 per glialunni della Scuola Secondaria di Primo Grado, mentre nel pomeriggio, alle ore 14.15, gli alunn del Liceo Artistico e del Liceo Ladino delle lingue assisteranno alla replica.

Sarà comunque possibile vedere lo spettacolo anche nel corso della prossima estate presso il Teatro Navalge di Moena.

La Grande Guerra meschina
Alessandro Anderloni, narrazione | Raffaella Benetti, canto | Thomas Sinigaglia, fisarmonica
Drammaturgia, testi e regia di Alessandro Anderloni
Ricerca musicale di Raffaella Benetti e Thomas Sinigaglia
Una produzione Aissa Maissa

Sono più di quarantamila i libri che trattano della Prima Guerra Mondiale pubblicati dal 1915 ad oggi, ma solo negli anni Novanta uscirono in Italia i primi studi che affrontarono l’argomento proibito delle fucilazioni e delle decimazioni sommarie che rappresentano l’aspetto più sconvolgente della cosiddetta “amministrazione della giustizia militare” dell’esercito italiano, il più inviolabile dei tabù della Grande Guerra. Un tabù dietro al quale si celano le responsabilità degli atroci crimini di guerra perpetrati dallo stato maggiore dell’esercito, dai comandanti d’armata, da molti ufficiali superiori. Lo spettacolo affronta, a muso duro, l’argomento degli ammutinamenti, delle diserzioni, dell’indisciplina, dell’odio verso gli ufficiali, dell’autolesionismo, delle feroci battute e dei cartelli satirici contro le autorità e le istituzioni, delle dolorose canzoni di guerra intonate nelle trincee. Si scopre che la così detta Grande Guerra (che di grande ebbe solo l’immenso numero di morti) fu tutt’altro che combattuta a furor di popolo ma, al contrario, fu combattuta (oltre che voluta) contro il popolo.

Alla narrazione si intrecciano i canti, dalle ballate contro la guerra di Bertolt Brecht, Kanonen Song e La leggenda del soldato morto, con la musica di Kurt Weill, a perle della musica cantautoriale come Il disertore (Vian), Garbato amore mio (Fossati) e Poca voglia di fare il soldato (Finardi), fino alle struggenti melodie popolari nate nel primo Dopoguerra come Disertore dal Veneto e Stelutis Alpinis dal Friuli.


organizzazione: Istitut Cultural Ladin - Museo Ladin de Fascia