La Marmolada

Convegno

Un libro al museo

Presentazione del libro
La Marmolada Cierre edizioni
con la partecipazione dei curatori Mauro Varotto e Alberto Carton

Raccontare la Marmolada non significa soltanto descrivere una delle montagne più note delle Alpi, ma cimentarsi con un caleidoscopio di natura, storia e significati in grado di materializzare i momenti evolutivi della lunga – ed unica al mondo – storia geologica delle Dolomiti e di distillare le principali tappe della civiltà alpina. Come la catena alpina, la Marmolada, infatti, è stata ed è montagna di confine, crocevia culturale al centro di intensi scambi tra mondo ladino, mondo germanico e mondo veneto, a testimonianza del ruolo delle Alpi come secolare luogo d’incontro tra genti, merci ed economie lungo le vie di valico. In età contemporanea, quando il confine si tramuta in frontiera con il primo conflitto mondiale, gli scambi cedono il passo agli scontri, che trasformeranno in pochi mesi seracchi e crepacci del suo ghiacciaio in una sinistra “città di ghiaccio”. Ma le dispute confinarie continuano a riempire le cronache del secondo Novecento di una Marmolada contesa tra Veneto e Trentino, al centro di modelli culturali e di sviluppo contrapposti, tra progetti di sfruttamento turistico e battaglie per la salvaguardia ecologica che hanno visto protagonisti tra, gli altri, movimenti come Mountain Wilderness e Greenpeace. Luogo di contesa dunque, ma anche meraviglioso terreno di gioco: la Marmolada è una delle vette alpine più note, pietra miliare nella storia del turismo e dell’alpinismo. La sua fama si diffonde a livello europeo con le peregrinazioni e rappresentazioni ottocentesche del Grand Tour, con le prime ascensioni alla vetta tra 1862 e 1864, con le vicende dell’alpinismo eroico che dalla fine dell’Ottocento ad oggi hanno fatto della sua meravigliosa Parete Sud uno dei campi di gara più impegnativi e avvincenti della storia dell’arrampicata. Sul versante settentrionale, il lungo ghiacciaio di pendio ha dato vita negli anni Trenta alla celebre discesa della Direttissima e poi al primo slalom gigante nella storia dello sci, preludio agli attuali caroselli sciistici che la connettono ai principali gruppi dolomitici circostanti. Montagna di confine, terreno di gioco, ma anche delicato laboratorio ambientale: la Marmolada è infatti un tassello importante nella storia geologica delle Dolomiti, sulla quale per generazioni si sono cimentati grandi geologi, ricostruendo l’affascinante paesaggio tropicale, embrione dei gruppi dolomitici successivamente scolpiti, nelle loro attuali forme, da fiumi di ghiaccio le cui tracce sono ancora evidenti in più punti. Ma ancor più oggi essa si propone come laboratorio climatico: il suo ghiacciaio, il più esteso delle Dolomiti, è ora soggetto ad un rapido ritiro, a conferma dei timori per gli esiti estremi del cambiamento climatico, sia a scala locale che planetaria. Il dimezzamento della superficie glaciale negli ultimi cento anni non è solo argomento per climatologi: esso interessa anche le sorti dello sfruttamento idroelettrico dell’antistante bacino artificiale di Fedaia, dell’economia turistica legata all’oro bianco e allo sci e, non ultimo, quel patrimonio estetico-simbolico fatto di favole, leggende, tradizioni e immaginario legati al suo candido manto.


organizzazione: Istituto Culturale Ladino di Fassa