La Santa Fabbrica del Vittoriale

Musica

La Biblioteca di Riva del Garda, in collaborazione con l’Associazione Riccardo Pinter, ha organizzato un ciclo di incontri dedicati a libri di argomento storico. Nel primo appuntamento, venerdì 16 ottobre alle 18, presso la sala riunioni della Biblioteca al terzo piano, due ricercatori esperti dell’argomento, Attilio Mazza e Costanzo Gatta, presenteranno il libro di Franco Di Tizio «La Santa Fabbrica del Vittoriale nel carteggio inedito d’Annunzio - Maroni», sono previste letture a cura di Franco Farina.

L’ultimo tratto della parabola esistenziale di Gabriele d’Annunzio, contrassegnata dalla progressiva claustrazione nel Vittoriale, ebbe come testimone Gian Carlo Maroni, che di quella sontuosa dimora fu, per così dire, geniale coautore insieme col Poeta e, dopo la morte di questo, custode fedele. Ma, dal fitto carteggio intercorso tra i due, qui collazionato e commentato da Franco Di Tizio, emerge non tanto l’opera professionale dell’architetto Maroni, quanto piuttosto il suo speciale legame affettivo col “Comandante”, quella devozione sincera, quell’accettazione intelligente degli sbalzi d’umore, quella continua e piena disponibilità anche ai minimi desideri di lui, sicché negli ultimi
anni è lo stesso d’Annunzio a riconoscere nel “caro caro Gian Carlo” il proprio vero e unico "fratello". Dal carteggio, in controluce, traspaiono gli atteggiamenti del Poeta nei confronti del regime fascista e del suo “Capo”: dalla rivendicazione dei propri meriti di precursore alla fervida
adesione, in chiave combattentistica, all’impresa etiopica, dal disdegno per gli orpelli accademici alle perplessità sull’alleanza con la Germania hitleriana.
I prossimi appuntamenti sono in programma venerdì 30 ottobre ad ore 18 presso la sala riunioni della Biblioteca, con «Rainer Maria Rilke e Friedrich Hölderlin nelle traduzioni di Vincenzo Ferrante», un colloquio con Cesare Lievi (regista) e letture di Franco Farina, e mercoledì 4 novembre alle 20.30 presso la sala conferenze del Museo di Riva, dove sarà presentato l’ultimo libro di Quinto Antonelli «I dimenticati della Grande Guerra», attraverso una conferenza – spettacolo con la presenza del gruppo musicale “Cantastoria” di Rovereto.

GIANCARLO MARONI
Giovanni Maroni (cambierà il suo nome in Giancarlo per evitare un’omonimia) nasce ad Arco il 1893 e frequenta la scuola civica di Riva del Garda assieme al fratello Riccardo (ideatore della «Collana Artisti Trentini») e a Silvio Zaniboni. A Milano si iscrive alla Scuola d’Arte e poi, all’Accademia di Brera, frequentando la Scuola Speciale di Architettura. Partecipa alla prima guerra mondiale come volontario degli alpini, ferito gravemente, viene insignito della medaglia d’argento. Nel primo dopoguerra rientra a Riva dove, assieme al fratello Ruggero, apre uno «Studio Tecnico-Artistico per costruzioni di qualsiasi genere» ed avvia un’intensa opera di ricostruzione della città danneggiata dal conflitto, in modo da valorizzare il “carattere spiccatamente meridionale” dell'ambiente gardesano. Lavora al Palazzo dei Provveditori - sulla cui facciata sarà murata la lapide dedicata ai caduti per la causa italiana Giovanni Lipella e Nino Pernici realizzata da Silvio Zaniboni - alla Canonica e a numerose abitazioni private; è impegnato inoltre nella ricostruzione di alcuni paesi della Valle di Ledro.
Nell’ambito delle commemorazioni per i caduti realizza il monumento a Luigi Storck a Riva del Garda nel 1919, la lapide per Scipio Sighele (giornalista irredentista morto nel 1913), la lapide per Italo Conci murata sulla sua casa natale di Vezzano nel 1922 e, infine, l’erma di Battisti, sempre a Riva nel 1935.
Nel corso degli anni a Riva del Garda porta a termine opere di notevole impegno: il Grand Hotel Sole D'Oro, il Giardino d'Infanzia, la Spiaggia degli Ulivi, il Campo Sportivo e la Centrale Idroelettrica del Ponale, realizzata tra il 1925 e il 1930, nella quale chiama a collaborare per la Statua del Genio delle Acque l’amico Silvio Zaniboni.
Ma il lavori principali per il quale Maroni acquisterà ampia popolarità è la realizzazione della villa di Cargnacco che, a partire dal 1923 diverrà famosa come «Vittoriale degli Italiani». Nei primi anni Venti Maroni si avvicina allo stile déco e trova quindi congegnale la casa del poeta, vero e proprio monumento, che diventa di interesse pubblico quando, nel 1923, D’Annunzio la donerà agli italiani. Prima della morte di D’Annunzio, Maroni sarà nominato Sovrintendente della villa, dove ormai architettura e paesaggio sono fusi assieme, carica che terrà fino alla morte, avvenuta a Riva del Garda nel 1952.


organizzazione: Biblioteca Civica di Riva del Garda