La bomba
50 anni di Piazza Fontana di Enrico Deaglio in dialogo con Paolo Morando
La bomba compie mezzo secolo. Non ha mai smesso di cambiare l’Italia, quasi fosse una massa incandescente nel sottosuolo, che continua a bruciare.
“La bomba del 12 dicembre 1969 ha cambiato l’Italia; o meglio l’ha picchiata come un pezzo di ferro rovente su un’incudine, umiliata. Per cinquant’anni, tutta la vasta cospirazione di potere che l’ha prodotta ha lavorato per lei, perché restasse impunita e si moltiplicasse. È una storia talmente enorme che non si sa da che parte cominciare."
E la storia comincia dalle cicatrici, dalle premonizioni, dalle coincidenze, dai luoghi da cui la Storia è passata. E riemergono il tassista Rolandi, la fatale stanza della Questura da cui precipitò Pinelli, il “colpo di stato” in Procura, il “silenzio monumentale di Milano”, l’angosciante Veneto profondo in cui la bomba venne concepita, le manovre finanziarie intorno alla banca della strage, la sublime arte del depistaggio che da allora ci ha sempre accompagnato.
La ricerca di Enrico Deaglio diventa così uno “studio in rosso” sulla struttura del potere in Italia e sulle nobili forme di resistenza che lo hanno contrastato, con le armi dell’amicizia, della parola, della musica, del coraggio civile. In mezzo campeggia, senza tempo, il grande quadro di Enrico Baj – la nostra Guernica –, che venne bendato perché troppo vero.
Questo è un viaggio nella memoria, che ha l’andamento di un giallo e racconta l’ultimo mezzo secolo di storia italiana, come non l’abbiamo mai sentita. Chi non c’era potrà respirare l’aria pesante di quei giorni, quando sembrava che fosse buio a mezzogiorno. Chi c’era ritroverà la ferocia della bomba che scoppia, e poi si ritira, e poi si riproduce, e continua a scoppiare per decenni, con il potere di assoggettare tutti – tutti? – alla sua ferocia e al suo ricatto.
Con lo sguardo di chi ha vissuto questa storia dall’inizio, Enrico Deaglio ricompone l’intrigo mettendo insieme le scoperte – alcune clamorose – degli ultimi dieci anni e nuovi spunti di ricerca con la speranza che una verità si possa raggiungere e, soprattutto, rendere nota.
A dialogare con Enrico Deaglio, Paolo Morando, autore del prezioso ed indispensabile ‘Prima di Piazza Fontana’, (Editori Laterza).
Enrico Deaglio, nato a Torino nel 1947, giornalista, conduttore televisivo e scrittore, ha diretto i quotidiani “Lotta Continua” e “Reporter”, e il settimanale “Diario”. Tra le sue opere: Cinque storie quasi vere (Sellerio, 1989), La banalità del bene (Feltrinelli, 1991), Il figlio della professoressa Colomba (Sellerio, 1992), Raccolto rosso. La mafia, l’Italia (Feltrinelli, 1993), Besame mucho (Feltrinelli, 1995), Bella ciao (Feltrinelli, 1996), Patria. 1978-2008 (il Saggiatore, 2009), Il raccolto rosso 1982-2010. Cronaca di una guerra di mafia e delle sue tristissime conseguenze (il Saggiatore, 2010), il romanzo Zita (il Saggiatore, 2011), Il vile agguato (Feltrinelli, 2012), La felicità in America (Feltrinelli, 2013), Indagine sul ventennio (Feltrinelli, 2014), Patria. 1967-1977 (Feltrinelli, 2017), La bomba. Cinquant’anni di Piazza Fontana (Feltrinelli, 2019). Dal 2012 risiede a San Francisco.