La casa dalle finestre che ridono
Effetto Notte. Cineforum 2009/2010
Italia, 1976
Titolo originale: La casa dalle finestre che ridono
Genere: Giallo/Horror
Durata: 110'
Regia: Pupi Avati
Cast: Gianni Cavina, Lino Capolicchio, Giulio Pizzirani, Francesca Marciano, Bob Tonelli, Pina Borione, Eugene Walter, Pietro Brambilla
Sceneggiatura: Pupi Avati, Antonio Avati, Gianni Cavina, Maurizio Costanzo
Produzione: A.M.A. Film
Distribuzione: Euro International Film
Montaggio: Giuseppe Baghdighian
Scenografia: Luciana Morosetti
Fotografia Pasquale Rachini
Musiche: Amedeo Tommasi
Agli inizi degli anni 60, in un paese della Bassa Ferrarese arriva Stefano, un giovane restauratore incaricato di ripristinare un affresco sulla morte di San Sebastiano, dipinto da un artista locale naïf e un po folle, morto suicida trentanni prima. Laffresco è un nascondiglio insospettabile per un universo parallelo corrotto, pregno di sofferenza e di morte. Inizia così il viaggio allucinante del giovane alla ricerca della verità, tra morti sospette, amori, brividi raggelanti ed un finale che definire sorprendente è puro eufemismo. Quinto film del bolognese Pupi Avati, scritto con Gianni Cavina,Maurizio Costanzo e il fratello, girato con un budget irrisorio (120 milioni delle vecchie lire) in cinque settimane e con una troupe di dodici persone. La casa dalle finestre che ridono (che presenta, tra laltro, titoli di testa di rara suggestione orrorifica) è uno dei più grandi film horror che il cinema italiano ricordi dopo i successi mietuti (soprattutto allestero) da Mario Bava.
Latmosfera di provincia è delineata da Avati (memore dei racconti gotici uditi in gioventù, fra cui la vera storia del prete donna che ricoprirà un ruolo fondamentale nel finale) con piglio stranito e con una calma che nella sua irrealtà già nasconde qualcosa. Gli abitanti nascondono qualcosa. La chiesa nasconde qualcosa. E qualcosa di più nasconderà fino alla conclusione.
Il controllo sulla sceneggiatura è perfetto e il ritmo interno è scandito inesorabilmente. La colonna sonora presenta due temi semplici ma efficacissimi. La tensione è sempre alta, anzi, cresce di sequenza in sequenza, fino alla sconvolgente conclusione. Avati, in più di unintervista, ha ricordato che qualcuno a Torino durante la prima proiezione del film rise a crepapelle. A sorridere però sono soltanto quelle angoscianti finestre, testimoni di un orrore senza fine. Finestre che, una volta dischiuse, rivelano al pubblico cinefilo un horror cult del cinema italiano di indiscutibile importanza. Premio della Critica al Festival du Film Fantastique di Parigi 1979.
con il sostegno di Gruppo Mobili Lorenzi
organizzazione: Circolo del cinema "Effetto notte"