La frattura del pensiero
Mostra personale di Pier Venturato
Pier Venturato nasce lotto agosto 1960 in un paese della provincia veronese. Cresce sano, quasi in completa solitudine, tra il magazzino di alimentari dello zio e i fossi erbosi della campagna padana.
Alletà di circa 10 anni gli viene regalato un piccolo microscopio che inizia in parte a cambiare la sua vita. Cerca, dentro quei vetrini, di carpire il segreto non delle piccole xose, ma di ciò che le anima.
Cerca invano e per molto tempo.
Questa ricerca e qieste domande senza risposta gli creano un grande senso di insicurezza e, insieme ad essa, le necessità di compensarla.
Si innamora perdutamente della prestanza e della forza fisica e inizia a praticare, nel sottoscala di casa, lo sport dei pesi che lo porterà ai vertici mondiali.
Ma è una strada dura e affatto priva di grandi sacrifici. Nei pochi spazi che gli obblighi gli concedono, il suo animo trova libero sfogo nella pittura.
Dopo circa un decennio di intenso professionismo, capisce che non era ciò che cercavae, di punto in bianco, abbandona le scene sportive.
Realizza anche stavolta, ha usato lo strumento non adatto a rispondere alle proprie domande.
Cosa muove ogni cosa, compreso luomo?
Da dove viene questo senso di eterna impermanenza e incompletezza?
E sufficiente sopravviversi?
E quasi per caso, malui nel caso non crede, che si avvicina alla scultura, prima con materiali facili, poi con refrattario e subito riconosce nelle forme che escono dalle sue mani qualcosa di simile al suo tormento.
Case, paesaggi, persone, luoghi, si possono raccontare in mille modi; diverso è per i silenzi della mente, quei minuscoli spazi dove anche la creatività produce effetti non casuali nel senso più tradizionale del termine.
Ecco allora, messe da parte le tradizioni e i credo, prendere forma tra le sue mani qualcosa che non gli appartiene appieno; ecco realizzarsi in quel silenzio, unespressione solo in parte dellinconscio collettivo.
Latavica aspirazione e tesione verso lAssoluto, il Divino, viene tradotta come un senso di disagio, quasi di angoscia per la nostra prigione corporale come a percepire più fortemente la distanza tra noi e la meta finale, traguardo questo sempre presente nei cercatori di verità.
Lartista, seppur consapevole della diffcicoltà di esprimere con tele o sculture le proprie emozioni, utilizza proprio questi mezzi per poter comunicare, a suo avviso, in modo diretto e efficace, i suoi disagi dellanima.
F. Peroni
per ulteriori informazioni:
www.pierventurato.it
contatti:
Francesca Peroni 3480646466
francrscaperoni@libero.it
organizzazione: Biblioteca Civica