La guerra rustica del 1525

Teatro

spettacolo teatrale in costume con i Gropi d’Anaunia e compagnia “La Marianela di Romallo”

Sei località della provincia di Trento (Dro, Roncegno, Caldes, Bresimo, Fondo e Segonzano) ospiteranno nel corso della prossima estate «La Guerra Rustica del 1525», uno spettacolo teatrale “di piazza” (in costume d'epoca), scritto e diretto da Giulio Visintainer e prodotto dall'Associazione “Rezia”. Il progetto, sostenuto dall’Assessorato alla Cultura della Provincia, è stato illustrato a Trento nel corso di una conferenza stampa dal curatore dell’allestimento scenico e dalla responsabile culturale dell’associazione “Rezia”, Caterina Dominici.

La Guerra Rustica del 1525» narra le vicende tragiche che, all’inizio del Rinascimento, videro le popolazioni contadine ribellarsi alla servitù feudale, alle ingiustizie e alle avidità del sistema sociale ed ecclesiastico dell'inizio del XVI° secolo (tra 1524 e il 1526).
La cosiddetta “Guerra dei Carneri”, influenzò vaste aree del Trentino e particolarmente le Valli d'Anaunia e la val di Sole. Le radici del malcontento popolare furono originate dalla particolare condizione socio-economica che si era andata sempre più aggravando nel tempo; ma non solo. Anche la questione religiosa, sollevata da Martin Lutero, ebbe il suo peso significativo.
Le varie rivolte non permisero di raggiungere gli scopi prefissati, che erano peraltro ben chiari: la liberazione dal dominio del Vescovo e del conte del Tirolo e rivendicare i diritti antichissimi dei comuni, i loro statuti, le loro leggi e ottenere il diritto all'autogoverno. In Trentino, poiché il potere politico e quello religioso erano concentrati nelle mani di una sola persona, le due realtà potevano confondersi; fu infatti fortemente presente l’obiettivo di un rinnovamento della vita cristiana e dell’eliminazione di molti privilegi del clero.
Le rivolte coinvolsero, in Europa, centinaia di migliaia di contadini. Le fonti dell’epoca stimano in 100.000 il numero dei morti.
La particolarità dell'originale forma di spettacolo proposta sta nell’adattamento specifico ed esclusivo di ogni singola rappresentazione al luogo, ai personaggi, alla storia del paese in cui essa viene rappresentata.
Attori e comparse interagiscono con il pubblico sia verbalmente che fisicamente e gli spettatori sono chiamati a proiettarsi direttamente in un tempo passato, a vedere “sotto luci diverse” antichi luoghi, spazi, abitazioni, oggetti, percorsi, e scoprire antichi stili di vita, di relazione e di pensiero. Ogni rappresentazione è allestita per non essere replicata: ciascuna messinscena è originale, un numero unico prodotto esclusivamente per quel luogo, paese, castello o sito storico.
Le caratteristiche morfologiche del posto (antichi balconi, cortili porticati, logge, aie, terrazze, scalinate, fontane ecc.) diventano luoghi preziosi e unici da animare con la recitazione degli attori, i reading di lettori scenici , i movimenti di massa dei figuranti, con le installazioni luminose, le musiche, i rumori e gli effetti speciali. I nomi di figure locali realmente esistite, le storie del luogo, i castelli o i palazzi secolari che con la guerra dei contadini hanno avuto intrecci ed avvicendamenti, diventano parte rilevante della stesura del testo di ciascuna rappresentazione.

Per l'edizione 2013 de “la Guerra Rustica del 1525” ciascuna rappresentazione verrà predisposta mettendo in evidenza principalmente una delle cause primarie che originarono la rivolta dei contadini del secolo XVI:
• Le servitù feudali: ingiustizie e spogliazioni messe in atto sia dal potere politico che dal potere ecclesiastico (le decime, gli obblighi di porsi interamente a disposizione dei potenti, le pretese donazioni nelle festività, ecc).
• Il clero corrotto: depravato e disumano, arricchito dalla pietà superstiziosa dei fedeli che, con donazioni e indulgenze, credevano di poter ottenere la remissione dei peccati e la pace eterna.
• La fame: malnutrizione e sottoalimentazione procurate dalla miseria. Una miseria indotta (oltre che dalla carestia) dai dominatori, che esigevano gabelle e tassazioni sempre più esose.
• I disastri naturali: la malattia della vite nel 1510, la carestia del 1512, le inondazioni dell’Adige del 1520, il terremoto del 1521, che misero in ginocchio le popolazioni.
• Le guerre: saccheggi, razzie, violenze, soprusi dagli eserciti di passaggio (nel corso della guerra di Massimiliano contro Venezia e Francia) e dalle masnade dei tiranni locali.
• La peste: che colpì l’Europa dalla metà del ‘300 alla metà del ‘500. “La malattia dei poveri”, malnutriti e igienicamente non tutelati.