La lotta dei giusti: le istituzioni, gli uomini, la mafia

Convegno

Incontri d'autore 2008 sull'altopiano della Paganella (Tn)

Conversazione con il pubblico:
La lotta dei giusti: le istituzioni, gli uomini, la mafia
Le istituzioni, gli uomini, la mafia. Il 17 agosto Giuseppe Ayala, testimone diretto di uno dei periodi più intensi e tragici della recente storia d'Italia, racconta attraverso il suo nuovo libro gli amici e colleghi Falcone e Borsellino. Per la prima volta, Ayala riferisce la sua verità, non solo sui due magistrati, che in queste pagine ci vengono restituiti alla loro appassionata e ironica umanità, ma anche su quegli anni, sulle vittorie e i fallimenti della lotta alla mafia, sui ritardi e le complicità dello Stato, sulle colpe e i silenzi di una Sicilia che, forse, non è molto cambiata da allora.

Giuseppe Ayala Presentazione del libro:
Chi ha paura muore ogni giorno I miei anni con Falcone e Borsellino, di Giuseppe Ayala, Mondadori 2008
Sono passati quindici anni dalla terribile estate che, con i due attentati di Punta Raisi e di via d'Amelio, segnò forse il momento più drammatico della lotta contro la mafia in Sicilia. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino restano due simboli, non solo dell'antimafia, ma anche di uno Stato italiano che, grazie a loro, seppe ritrovare una serietà e un'onestà senza compromessi. Ma per Giuseppe Ayala, che di entrambi fu grande amico, oltre che collega, i due magistrati siciliani sono anche il ricordo commosso di dieci anni di vita professionale e privata, e un rabbioso e mai sopito rimpianto. Ayala rappresentò in aula la pubblica accusa nel primo maxi-processo, sostenendo le tesi di Falcone e del pool antimafia di fronte ai boss e ai loro avvocati, interrogando i primi pentiti (tra cui Tommaso Buscetta), ottenendo una strepitosa serie di condanne che fecero epoca. E fu vicino ai due magistrati in prima linea quando, dopo questi primi, grandi successi, la reazione degli ambienti politico-mediatici vicini a Cosa Nostra, la diffidenza del Csm e l'indifferenza di molti iniziarono a danneggiarli, isolarli. Per la prima volta, Ayala racconta la sua verità, non solo su Falcone e Borsellino, che in queste pagine ci vengono restituiti alla loro appassionata e ironica umanità, ma anche su quegli anni, sulle vittorie e i fallimenti della lotta alla mafia, sui ritardi e le complicità dello Stato, sulle colpe e i silenzi di una Sicilia che, forse, non è molto cambiata da allora.

Giuseppe Ayala, il più stretto collaboratore a Palermo di Falcone e Borsellino nella lotta al sistema mafioso e pubblico ministero nel primo maxiprocesso


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