La lucerna del filò

Teatro

Sipario d'Oro 2008

Piccolo Teatro di Oppeano (Verona)
La lucerna del filò
testo originale di Dino Coltro

La Lucerna del filò è una proposta teatrale che si inserisce nel lavoro di recupero e di valorizzazione della cultura orale che Dino Coltro porta avanti da tempo.
Convinto che la parola contadina, la fola del filò e la canta possiedono ancora la capacità di dare emozioni e godimento culturali, ha costruito uno spettacolo che ripropone i vari “modelli” della cultura contadina, affidando la “recitazione” a attori che non sono in realtà tali ma che diventano “personaggi” autentici, intessendo nel modo più naturale e spontaneo, un momento magico tra il passato e il presente.
L'incontro di Coltro con il Piccolo Teatro di Oppeano diretto da Giovanni Modena, realizza non una “ripetizione nostalgica” priva di valore, ma costituisce un ”rinnovamen­to” di antichi modelli culturali, secondo una logica teatrale molto precisa e ricca di effetto.
Infatti la semplicità dell'allestimento scenico (alcune “bale de paia”, pochi “scagnei”, una tela di sacco sullo sfondo) diminuisce il distacco tra realtà e finzione, mentre accresce l'incanto e l'illusione della costruzione fantastica, della narrazione “epica” o “carnevalesca” della fola contadina e popolare. Così che a sostenere l'azione scenica non è il movimento, il “gesto” che restano nei limiti di una fresca e piena ingenuità. ma la parola stessa che trova riscontro nei sentimenti prima degli “attori” e poi del pubblico. Cade, in questo modo, la separazione tra “palco” e “platea” e lo spirito del filò, del teatro di stalla ritorna a divertire come un tempo quando le stesse parole, che risuonano ora in un teatro, davano incanto e godimento nelle veglie contadine dei paesi, delle contrade e delle corti.
La regia di Modena interpreta lo spirito del filò e della fola in un continuo confronto con le “proposte culturali” di Coltro. L’azione scenica si svolge sempre nello stesso luogo teatrale (la scenografia è statica), ma lo supera e crea una unità di spazio-tempo con “l’evocazione” più che con la “finzione”. Gli spettatori anziani vi ritrovano la loro vita, i loro sentimenti, la loro cultura, senza nessuna mediazione o contraffazione; i giovani vi scoprono la verità in senso brechtiano.

Informazioni sulla prevendita

Biglietti nei giorni di spettacolo al botteghino del teatro ore 20-21