La memoria nel ghiaccio
Presentazione del libro
La memoria nel ghiaccio. Archeologia della Grande Guerra a Punta Linke
a cura di Franco Nicolis
Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento, 2022
Il volume curato da Franco Nicolis, archeologo e direttore dell’Ufficio beni archeologici, documenta con fotografie e testi gli interventi di recupero dai ghiacci dell’Ortles-Cevedale delle strutture della Prima guerra mondiale, condotti dall’Ufficio beni archeologici provinciale insieme ad una équipe multidisciplinare nel sito di Punta Linke a 3.629 metri di altitudine. Il libro è corredato dal dvd “Punta Linke. La memoria”, il film documentario di Paolo Chiodarelli che ripercorre le fasi delle ricerche.
La pubblicazione presenta la storia e il progetto di recupero del sito attraverso brevi capitoli e un ricco apparato iconografico che intende essere emblematico del lavoro condotto alle alte quote a salvaguardia delle testimonianze del primo conflitto mondiale, un evento che nella sua tragicità ha segnato il territorio trentino. Il volume aiuta a comprendere il ruolo dell’archeologia della Grande Guerra che, come scrive il curatore Franco Nicolis nel testo introduttivo, “non intende riscrivere i capitoli di storia (…). Quello che gli archeologi possono fare è aprire una finestra nello spazio della memoria e documentare piccoli contesti che possono fornire informazioni importanti sulla vita e sulla morte di soldati dimenticati dalla grande Storia.”
Punta Linke è uno dei luoghi della memoria più alti d’Europa, una straordinaria testimonianza di quello che fu il fronte più alto della Grande Guerra posta al confine tra il Regno d’Italia e l’Impero austro-ungarico. Il sito, rimasto coperto dai ghiacci per quasi un secolo dopo la fine del conflitto, è emerso a seguito dei cambiamenti climatici degli ultimi anni. A salvarlo dal degrado è stato il delicato lavoro di recupero condotto dall’Ufficio beni archeologici provinciale in collaborazione con il Museo “Pejo 1914-1918. La guerra sulla porta” che ha visto l’intervento di geologi, guide alpine, restauratori e volontari. Indagato con metodo archeologico, ha restituito la stazione di una teleferica costruita dagli austro-ungarici per collegare Cogolo di Peio con Cima Vioz, Punta Linke e gli appostamenti del “Coston delle barache brusade” e assicurare così i rifornimenti a chi presidiava il fronte. Dal 2014, nel periodo estivo, il sito è aperto ai visitatori che da Peio raggiungono il Rifugio Vioz “Mantova” e quindi Punta Linke dove è possibile percorrere la galleria strappata al ghiaccio che l’ha imprigionata per cento anni, entrare in spazi e ambienti dove i soldati e gli addetti alla teleferica erano costretti a vivere in condizioni estreme e gettare lo sguardo sull’immensità del ghiacciaio dei Forni.
L’evento è realizzato con il contributo del Comune di Rovereto e fa parte del calendario Rovereto Estate.
Ingresso gratuito senza prenotazione.