La micromontagna di Diego Zamboni
La Micromontagna
Mostra personale di scenografie alpine
Dentro le Micromontagne di Diego Zamboni vibrano sentimenti veri e folate di nostalgia, come quando lontani dai pensieri della vita, si va per monti seguendo sentieri che portano verso altezze, attraversando erte e cespugliose rive di torrenti, vagabondando nellebbrezza della propria solitudine, in libertà.
Guardi un suo paesaggio e come per un riflesso di memoria ti confondi e non ricordi più se ti trovi a valle o stai vivendo dal vero unestasi di montagna.
Piccole, magnifiche come giardini dellalpe, smarrisci il senso del tempo e dello spazio mentre allinei le tue facoltà per seguire le radici disegnate dalla forza della natura e vestite a festa di muschi e licheni argentei.
Scenografie antiche ricreate e svelate dalla passione, che ti indicano una traccia da percorrere a ritroso dove puoi aprire allimmaginazione, in una ricerca delle cose più profonde e vere.
Pensi a quella splendida perfezione, allunità stilistica, alla sintesi di sensibilità e concentrazione e rimani stupito: armonie cariche di beatitudine montana, quiete apollinea di origine soprannaturale
Ecco larte di Diego Zamboni, la qualità di un artista, di un compositore che, dopo aver udito il richiamo della montagna, si dispone ora a rievocare ma anche custodire il segreto del silenzio.
Sono piccoli ambienti colmi del fascino plurale della montagna, luoghi finemente e fedelmente elaborati, da cui si espande lintimo amore che lautore prova per i sassi, per le acque per le piante; tutti suoi compagni di viaggio nellappassionante percorso della vita.
Si impone, sottinteso da un così alto rapporto fra uomo e natura, la visione di un mondo rarefatto ricco di emozioni, talvolta nascoste ma capaci di commuovere.
Sono luoghi di poesia, micro mondi sperduti incredibilmente belli e carichi di sapienza.
Diego Zamboni non solo è un artista, è anche un esperto che considera la montagna come la grande madre da rispettare e amare.
Il suo andar per monti è quello dellappassionato osservatore delle immense prospettive e dei grandi spazi; peraltro il suo occhio sa soffermarsi anche sulla grazia di una nigritella appena sbocciata e sa scorgere larmonico rapporto di forme e colori anche nella natura più infinitesimale.
La sua attenzione è costante, quando si incammina sulle verdeggianti pendici dellamatissimo Zeller e quando scorge un frammento di radice corroso dalla furia delle tempeste, lisciato dal vortice del vento, lo raccoglie, perché il suo spirito libero e pulito di buon figlio della montagna gli comunica che quello è qualcosa di bello.
Con la pazienza dei montanari infine, si dispone a corredare di piccoli legnetti a formare casupole e staccionate, ad aggiungere foglioline ricercate e muschi seccati che infine ridonano a quella radice il volto della natura più soave.
Si espande così il sobrio silenzio delle vette, lanima del mondo delle Alpi ricomincia a pulsare, mentre un vago senso di introspezione si espande e larmonia contenuta degli elementi dispone ormai per una vera e sincera opera darte.
Ha esposto le sue opere in numerosissime mostre fra le quali ricordiamo: nel 1990 la prima personale presso le sale esposizioni del Comune di Strembo; Sotto il segno di Natura a Daone; La Micromontagna al Centro Studi Judicaria di Tione; ha partecipato alle feste per il 500° anniversario della Piazza Ducale di Vigevano (PV); è stato alla Sagra del Folclore di Pieve di Bono, ad Arco per il Carnevale Asburgico, ad Ala, a Mezzolombardo, a Bocenago per I mestieri di un Tempo, a Rovereto.
Nel 2002 ha esposto a Roncone per il comitato scientifico nazionale di micologia; per due volte è stato ospite nella città di Thiene (VI); poi a Basiliano (UD); a Madonna di Campiglio; alla Sagra della Ciuiga di San Lorenzo in Banale; a Notte di Note di Bolbeno; con i presepi a Natale in Strada; in Ecofiera di Montagna a Tione e a Storo per le riprese della trasmissione televisiva Mezzogiorno in famiglia.
Alessandro Togni
organizzazione: Centro Studi Judicaria