La relazione cristiano-ebraica prima e dopo il caso del beato Simonino
Dal secondo 200 alla fine del Cinquecento: chiamata, convivenza, collaborazioni, crisi.
In una fase di sviluppo economico e di forte dinamismo sociale e politico ha avuto luogo la chiamata degli ebrei in tutte o quasi le città italiane in controtendenza con quanto stava accadendo fuori d’Italia o che di lì a poco sarebbe accaduto. Ne è scaturita una convivenza fruttuosa e di lunga durata non sempre facile ma difesa da entrambe le parti.
Ragioni di ordine diverso hanno fatto entrare sabbia nel delicato ingranaggio rallentandone od ostacolandone il funzionamento. Il caso del beato Simonino ha segnato uno dei momenti più difficili di questa relazione: una fase nella quale antichi sospetti si sono combinati con nuove esigenze, con effetti di inedite politiche e con accuse strumentali. Si è trattato di una svolta in una relazione non ancora arrivata al capolinea.
Relatrice: Maria Giuseppina Muzzarelli
L'incontro è parte di un ciclo di appuntamenti proposti dal Museo nell'ambito della mostra L'invenzione del colpevole. Il 'caso' di Simonino da Trento, dalla propaganda alla storia (aperta fino al 13 aprile 2020). L'esposizione è dedicata al 'caso' di Simonino da Trento, un bambino presunta vittima di omicidio rituale ebraico, venerato per secoli come 'martire' innocente. La vicenda, risalente al XV secolo, si potrebbe oggi definire una clamorosa fake news del passato, nella quale si intrecciano sentimenti antiebraici, esigenze devozionali e ambizioni di politica ecclesiastica.
La mostra intende richiamare l'attenzione del pubblico su una delle pagine più oscure dell'antisemitismo, per stimolare la riflessione sui meccanismi di ‘costruzione del nemico' e sul potere della propaganda.
Per saperne di più: https://www.museodiocesanotridentino.it/pagine/trento-mostre
Ingresso libero e gratuito.
organizzazione: Museo Diocesano Tridentino