La seconda notte di nozze

Cinema

Visti a Venezia

Italia, 2005
Titolo originale: La seconda notte di nozze
Genere: Commedia
Durata: 103'
Regia: Pupi Avati
Cast: Antonio Albanese, Neri Marcorè, Katia Ricciarelli, Angela Luce, Marisa Merlini

Puglia immediato dopoguerra: Giordano Ricci(Antonio Albanese) è un omone dalla barba ispida che smina i campi di Torre Canne. Nessuno si oppone a questa sua attività perché a causa di “certe malinconie passate a cui i medici non hanno saputo trovare rimedio neanche con la scossa” Giordano è da tutti considerato un malato di mente – in quanto tale più sacrificabile di una persona sana. Le uniche a preoccuparsi sono le vecchie zie (Angela Luce e Marisa Merlini) che gestiscono la fabbrica di confetti di famiglia. La vita di Giordano cambia all’improvviso con l’arrivo di una lettera da Bologna. La mittente è sua cognata Liliana (Katia Ricciarelli), vedova di suo fratello da pochi mesi, amata segretamente durante l’adolescenza. Giordano, felice, non esita ad invitarla nella grande masseria di Torre Canne suscitando le ire delle zie...

I 40 anni di carriera pesano (in positivo) in quest'opera di Pupi Avati, che ancora una volta si rivela uno degli autori italiani più asciutti e lineari, di una coerenza veramente brillante. La seconda notte di nozze mostra tutto il tocco maestrale di Avati nel ricreare un'atmosfera che sia nello stesso tempo semplicissima e non banale, grazie ad una messa in scena essenzialmente classica, che coglie la sua forza nell'osservare (studiare) una serie di personaggi nella loro routine abituale.È quindi innanzitutto un lavoro di direzione attoriale, che con leggeri e soavi piani, coglie nel cast una magnifica naturalezza. Il metodo è quello dell'attore che non esiste, ed in fondo, il personaggio di Antonio Albanese sembrerebbe non esistere veramente: è come un uomo fantasma, solo ed isolato mentre aspetta l'amore di una donna da ben 30 anni. Quest'alienazione del protagonista viene perfettamente delineata nella sua auto-descrizione:"Lo sai perché mandano me a disinnescare le mine? Perché è un lavoro pericoloso in cui si può morire. E se io muoio tanto non importa a nessuno. Ecco perché mandano me". Una descrizione asciutta pronunciata con grande sobrietà, ma scavando negl'occhi di Albanese cogliamo quella drammaticità così celata, quella tristezza implicita che scava tra le nostre emozioni e i nostri ricordi di crisi esistenziale. Poi, Katia Ricciarelli, che riesce a coniugare eleganza e gran metodo, mischiando sempre in un unico flash il dramma e la commedia, la lacrima e il sorriso. Ma in fondo è proprio questo che ci piace di Maestro Avati, la sua capacità di passare dalla risata al pianto, o meglio, il suo combinare in un'unica scena emozioni contrapposte, ma che combinate tra loro diventano esplosive, come una sorta di polo positivo e polo negativo.Tutto questo per farci capire ancora una volta quanto i maestri del Cinema Italiano come Pupi Avati, Ermanno Olmi o Gianni Amelio siano necessari non solo per darci una visione di Cinema Italiano pulito e autoriale [...]. Si, l'Italia ha bisogno di film come La seconda notte di nozze. Pupi Avati è bello. Perché riflette il passato, il presente, e anche il futuro.
Pierre Hombrebueno


organizzazione: Associazione Teatro e Spettacolo - Comune di Aldeno Assessorato alla Cultura - Coordinamento Teatrale Trentino