La sfida del volo

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La sfida del volo
Aeroplani ed elicotteri inediti dalle collezioni del museo

L’evento espositivo “La sfida del volo. Aeroplani ed elicotteri inediti dalle collezioni del museo”, organizzata dal Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni in occasione della XIII edizione della Settimana della Cultura, riporta alla luce alcuni dei pezzi più significativi e fino ad ora mai esposti al pubblico provenienti dalle collezioni del museo aeronautico più antico al mondo. I pezzi vengono presentati all’interno di un rinnovato percorso di visita al museo che, a quasi vent’anni dalla riapertura del Museo Caproni a Trento, vede l’ampliamento degli spazi espositivi. Protagonisti dell’evento, quattro aeroplani e un elicottero, in esposizione dal 9 aprile fino al 5 giugno 2011.

I pezzi esposti
“La sfida del volo” è l’occasione per osservare da vicino per la prima volta aeroplani ed elicotteri che hanno segnato alcune delle tappe importanti del periodo pionieristico della nostra storia aeronautica italiana, quali il primo caccia di progettazione italiana (l’Ansaldo A.1 soprannominato Balilla), il “triplanino” Caproni Ca. 53 (prototipo per caccia-bombardiere leggero, concepito verso la fine del primo conflitto mondiale) e, soprattutto, le uniche parti rimaste al mondo del Transaereo Noviplano Caproni Ca. 60, il “palazzo con le ali” che tanto ha colpito l’immaginazione degli appassionati.
Questi nuovi pezzi trovano posto nella sala espositiva principale del Museo, accanto ad altri importanti aeroplani della stessa epoca facenti parte delle esposizioni permanenti.
Nell’hangar accanto al salone espositivo trova invece posto un’anteprima del futuro ampliamento delle esposizioni: accanto a velivoli ed elicotteri già noti al pubblico – poiché precedentemente esposti nella sala principale – sono stati collocati aeromobili che escono per la prima volta dai depositi come l’addestratore North American T-6 “Texan” e l’elicottero Manzolini Libellula II.

Il percorso conservativo
Gli aeroplani e gli elicotteri inediti sono proposti alla visione del pubblico nello stato in cui ci sono pervenuti, nel pieno rispetto della fisionomia e dello stato di conservazione da essi assunti nel corso della loro storia. L’esposizione in anteprima rappresenta infatti il punto d’avvio dei progetti mirati di conservazione che nel prossimo futuro rappresenteranno una parte importante dell’attività del Museo, ispirati alla teoria e alle scienze del restauro dei beni culturali.
In vista dell’avvio di questi progetti, si è scelto di non procedere in questa fase al rimontaggio delle ali degli aeroplani per non alterarne lo stato di conservazione, nella consapevolezza che la loro presenza accanto alle fusoliere consentirà al pubblico di apprezzarne dettagli altrimenti destinati a rimanere invisibili, come le caratteristiche costruttive o le livree pittoriche sui rivestimenti in tela.

La riemersione del patrimonio del Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni
L’esposizione è parte di un più ampio programma pluriennale di tutela e valorizzazione del patrimonio museale sostenuto dall’Assessorato alla Cultura della Provincia autonoma di Trento, con la collaborazione degli uffici provinciali preposti alla tutela quali la Soprintendenza per i beni storico-artistici e la Soprintendenza per i beni librari, archivistici ed archeologici, e grazie alla generosa disponibilità della famiglia Caproni, che ha affidato alla Provincia di Trento l’importante eredità culturale del pioniere dell’aviazione Gianni Caproni.

La sfida del volo: aeroplani ed elicotteri esposti
Ansaldo A 1
Questo biplano da caccia entrò in servizio nelle ultime settimane della Prima guerra mondiale, e fu in seguito utilizzato come addestratore nelle scuole civili e militari. L’esemplare esposto appartenne al capitano pilota Natale Palli, compagno e pilota di Gabriele D’Annunzio nella celebre impresa dimostrativa del “Volo su Vienna”. È uno dei due soli esemplari esistenti al mondo, e l’unico a conservare pressoché per intero gli intelaggi originali delle ali in seta, sui quali si conserva una fra le livree pittoriche più complete tuttora conservate per un aeroplano della Prima guerra mondiale.

Caproni Ca 53
Concepito per il bombardamento veloce, questo grande triplano fu progettato da Gianni Caproni nel 1917 per rispondere alle richieste della Direzione Tecnica dell’aviazione militare di un velivolo capace di trasportare un carico bellico di 400 kg alla velocità di 200 chilometri orari.
Il prototipo, con fusoliera a traliccio in legno rivestita in compensato, fu completato nel 1918, ma non arrivò mai alle prove di volo a causa di problemi legati al motore. L’aeroplano non entrò mai in produzione per la conclusione della guerra nel 1918; ne rimase solamente il prototipo, pervenuto sostanzialmente intatto fino ai nostri giorni.

Caproni Ca 60
Era un vero e proprio “palazzo volante” l’aereo “Noviplano transaereo” concepito da Gianni Caproni nel 1920, quale primo tentativo al mondo di realizzare voli passeggeri transoceanici. Riutilizzando tre cellule triplane provenienti da bombardieri rimasti inutilizzati alla fine della Prima guerra mondiale, Caproni ideò un idrovolante a nove ali, con uno scafo centrale capace di accogliere cento passeggeri seduti.
La sfortunata esperienza del “Transaereo” è testimoniata oggi dalle imponenti strutture lignee dello scafo (la prua e due galleggianti laterali), da uno degli otto motori e dal pannello comandi.

North American T-6 “Texan”
Questo velivolo, monomotore ad elica ad ala bassa, è probabilmente il più famoso addestratore nella storia dell’aviazione. Il primo esemplare compì il suo primo volo il 1 aprile 1935, e la produzione in serie ebbe inizio nel 1937.
Durante la Seconda guerra mondiale questo velivolo venne utilizzato dall’aeronautica e dalla marina statunitensi, dall’aeronautica militare del Regno Unito e da tutte le forze aeree del Commonwealth britannico, presso le quali il velivolo era noto come “Harvard”. Gli americani attribuirono all’AT-6 il soprannome di “Texan” quando, per la sua produzione, fu aperto un nuovo stabilimento a Dallas, nel Texas.
La produzione di serie del Texan cessò nel 1953 e, nel corso degli anni, le diverse versioni prodotte furono oltre 260, per un totale di quasi 20.000 esemplari al mondo, gli ultimi dei quali furono ritirati dal servizio negli anni Ottanta.

Manzolini “Libellula” II
Il Manzolini Libellula II, elicottero a due rotori coassiali controrotanti, è una importante testimonianza dei primordi del volo in elicottero in Italia. Si tratta del secondo prototipo realizzato dalla società costituita a Roma da Ettore Manzolini per sviluppare gli elicotteri da lui progettati. La loro peculiarità consisteva nell’adozione di due rotori coassiali che eliminavano la necessità di un rotore anti-coppia, permettendo invece l’adozione di un impennaggio bideriva.
Il primo prototipo, il Libellula marche I-MANZ, volò per la prima volta il 7 gennaio 1952. L’elicottero in esposizione, marche I-MANN, ottenne la certificazione il 15 ottobre 1962. Seguì un’altra versione a due posti e il progetto di una ulteriore versione a quattro posti, mai realizzata.


organizzazione: Museo Gianni Caproni Aeronautica, Scienza e Innovazione