La terra degli alberi dalle foglie d'argento

Teatro

Storie a memoria
Castelli e forti, ville e borghi del Trentino
Il Gioco dei Castelli

Testo di Mauro Neri
Regia scenografia e musiche di scena di Paul Sark
Costumi Chiara Defant
Luci e fonica AudioVelvet

Che cosa hanno di magico e di unico gli olivi di Arco e dell'alto Garda in genere?
Nel tronco e nelle fronde di ciascuno di loro vive lo spirito libero, creativo e fantastico di un antico elfo che sa ancora donare il piacere della poesia a chi sa coglierne le parole portate dalla brezza pomeridiana che soffia da sud verso nord sulla piana attraversata dal fiume Sarca.

Informazioni Castello di Arco tel. 0464 510156
Ingresso € intero 2,50 - ridotto € 1,50 pensionati e studenti - gratuito fino a 12 anni e oltre i 60 anni
In collaborazione con Comune di Arco

L’olivo e l’Alto Garda sono un binomio inscindibile: coltivato fin dall’antichità, l’olivo contraddistingue il paesaggio della zona, creando un microcosmo di piccole coltivazioni che si spandono a macchia d’olio sui declivi della valle glaciale del Sarca. Proprio la presenza di quest’albero fu, per i visitatori d’Oltralpe, un preannuncio del sud, il primo contatto con il Mediterraneo: gli olivi del Brione, quelli che ricoprono il pendio meridionale del castello d’Arco, quelli di Varignano, di Laghel, di Torbole, hanno sempre attratto i numerosi visitatori che giungevano, e giungono tuttora, soprattutto dal Nord Europa.
Ed è Mauro Neri, giornalista e scrittore, a spiegarci cosa hanno di “magico” e di unico gli olivi gardesani, nel suo racconto “La terra degli alberi dalle foglie d’argento” - rielaborato per il teatro da Paul Sark - con uno stile ed una narrazione che affondano le radici in quell’immaginario mitologico che ha arricchito di fiabe e di leggende, di fate e di elfi, di giganti e di mostri la letteratura popolare della nostra terra.
Ai tempi della fantasia, la piana attraversata dal fiume Sarca era abitato da un popolo invisibile di Elfi che aveva la propria reggia in cima al monte Brione, sulle rive settentrionali del Lago di Garda. La pace di quei luoghi e di quei tempi venne rotta, all’improvviso, dal sopraggiungere di una tribù di giganti che si stanziò nei pressi di Nago, all’altezza delle “marmitte dei giganti”. Gli Elfi corsero a chiedere aiuto agli uomini della civiltà di Kas, che abitavano là dove oggi si stendono le aride “marocche” di Dro e di Drena: scoppiò furiosa una battaglia tra uomini e giganti e, quando in soccorso dei primi intervenne anche il popolo degli Elfi, accadde un evento straordinario. Sapevano bene, gli Elfi del Brione, che farsi vedere dagli umani avrebbe significato la loro fine, ma aiutarono comunque il popolo degli uomini a sconfiggere i giganti, per poi catturare l’”anima” di un olivo, penetrandovi per l’eternità.
Ecco che cosa hanno, di “magico” e di unico, gli olivi di Arco e dell’Alto Garda: nel tronco e nelle fronde di ciascuno di loro vive lo spirito libero, creativo e fantastico di un antico Elfo, che sa ancora donare il piacere della poesia a chi sa coglierne le parole alitate dall’Ora, la brezza pomeridiana che soffia da sud verso nord sulla piana attraversata dal fiume Sarca.
Lo spettacolo “La terra degli alberi dalle foglie d’argento” è una performance teatrale multimediale che coinvolgerà il pubblico ad interagire durante la rappresentazione. Vedrà in scena Silvia Furlan, Beatrice Pontalti, Michele Comite, Vito Golfrè, Alfonso Masi, Beniamino Sala e, per la prima volta sulla scena, il piccolo Davide Antoniutti nella parte dell’Autore , affiancati dalla Scuola di danza Millepassi; i costumi saranno curati da Chiara Defant, tecnico del suono sarà Mario Pirelli, al flauto Michele Ripamonti, alle percussioni Francesco Timbarini, per le luci Tommaso A. Edison.


organizzazione: P.A.T. Assessorato alla Cultura, Rapporti europei e Cooperazione Servizio Attività Culturali