La verità è una terra senza sentieri
La Biblioteca Archivio del CSSEO, in collaborazione con la Biblioteca comunale di Levico Terme, La piccola libreria e le Terme di Levico, organizza a Levico Terme, nella Sala Senesi del Palazzo delle Terme, giovedì 20 luglio 2023, alle ore 21,00, l’incontro-dibattito “Jiddu Krishnamurti: ‘La verità è una terra senza sentieri’”.
Carlo Buldrini, straordinario conoscitore dell’India, ci racconterà il suo intenso incontro con Krishnamurti. Introduce Massimo Libardi.
Jiddu Krishnamurti (1895-1986) è un filosofo e un rivoluzionario. Dice che l’uomo deve essere completamente libero. Nega ogni autorità spirituale. Afferma che tutti i credo, tutti gli ideali altro non sono che tragiche illusioni. Paralizzano l’uomo e distorcono il suo rapporto con la natura e con gli altri esseri umani. Sono stati questi credo e questi ideali a creare conflitto nel mondo. L’uomo deve invece cercare la verità dentro di sé. Nessuna religione, nessun insegnamento, nessun testo sacro, nessun guru, possono aiutare a liberarlo. Nel 1961 lo scrittore e filosofo inglese Aldous Huxley, dopo aver ascoltato a Saanen, in Svizzera, un discorso di Krishnamurti, scrisse a un amico: “È stata una delle cose più impressionanti che io abbia sentito… È stato come ascoltare un discorso del Buddha, tale è stata la sua forza, la sua innata autorità, il suo rifiuto senza compromessi di offrire all’homme moyen sensuel una via di fuga, un surrogato, un guru, un salvatore, una guida, una chiesa”.
Krishnamurti è stato uno dei pensatori più originali del nostro tempo. Con il suo insegnamento ha affrontato i temi fondamentali dell’esistenza umana, quali l’amore, la religione, la paura, il tempo, il pensiero, la morte. Ha cercato di ottenere risposte a questi temi con la semplice osservazione e con la conoscenza di sé.
Krishnamurti non era uno studioso, un intellettuale. Non era interessato alle teorie, ai concetti, alle ideologie. Parlava solo della propria indagine, della propria osservazione.
In un’epoca dominata dalla scienza e dall’intelletto, Krishnamurti sottolineava la limitatezza del pensiero come mezzo per ottenere un vero cambiamento nella propria vita e nella società.
Jiddu Krishnamurti
nasce nel 1895 a Madanapalli, una cittadina dell’odierno stato indiano dell’Andhra Pradesh, nell’India meridionale. Nel 1909 il padre di Krishnamurti trova lavoro presso la sede della Società Teosofica ad Adyar nella città di Madras (oggi Chennai). I membri della Società Teosofica ritenevano che degli esseri umani giunti a perfezione – i “Maestri” – comparissero periodicamente su questa terra per fondare una nuova religione e per indirizzare il corso dell’evoluzione umana. In quello stesso 1909 il giovane Krishnamurti, che all’epoca ha 14 anni, viene individuato dai teosofi come il nuovo “Maestro del mondo” che tutti stavano aspettando. Nel 1911 viene istituito l’Ordine della Stella d’Oriente per annunciare al mondo la venuta del nuovo Maestro, e cioè di Krishnamurti stesso. Ma Krishnamurti rifiuta questa investitura e comincia a prendere le distanze sia dall’Ordine della Stella sia dalla Società Teosofica. La rottura definitiva avviene nel 1927 ad Ommen, in Olanda, quando di fronte a 3.000 membri dell’Ordine della Stella, accorsi per vedere e ascoltare la parola del nuovo Maestro, Krishnamurti scioglie l’Organizzazione. Sarà in quella occasione che pronuncerà la famosa frase “la verità è una terra senza sentieri”. Secondo Krishnamurti, nessuna religione, nessun testo sacro, nessun maestro, nessun guru possono condurre l’uomo alla verità. L’uomo deve trovare la verità dentro di sé. A conclusione di quel discorso Krishnamurti dirà che, da allora in avanti, la sua unica preoccupazione sarebbe stata quella di “rendere l’uomo assolutamente e incondizionatamente libero”.
Per più di 50 anni, Krishnamurti viaggerà in tutto il mondo e parlerà a grandi folle cercando, in tutti i suoi discorsi, di analizzare e capire il significato dell’esistenza umana.
Krishnamurti morirà a Ojai, in California, il 17 febbraio 1986 all’età di quasi 91 anni.
Carlo Buldrini, giornalista e scrittore, ha vissuto in India per oltre trent’anni. È stato addetto reggente dell’Istituto italiano di cultura di New Delhi e ha insegnato presso la Jamia Millia Islamia, l’Università islamica di Delhi. È l’autore di tre libri: Lontano dal Tibet (Lindau 2015), Pellegrinaggio buddhista (Lindau 2016) e Cronache indiane (Lindau 2018, 2023). Collabora con il quotidiano Il Foglio.